Breve presentazione della
vicenda "Caso Porsenna": Tutto incominciò nel 1995; quando
assieme a due miei amici e colleghi, decidemmo di scrivere un libro
sull'Archeologia locale, ed in particolare Gli etruschi e le loro zone di culto
e di sepoltura nel nostro Paese (Sarteano).Facemmo molte ricerche, tra le quali
la famosa storia del Re Porsenna (Lucumone di Chiusi), rileggendo e studiando
testi antichi (Varrone, Plinio il vecchio ecc).Per descrivere bene le zone in
questione facevamo spesso delle passeggiate Archeologiche campestri nei luoghi
interessati, scattando foto e prendendo appunti.Alla fine della scrittura del
libro in questione, riguardando le cartine da noi disegnate ed arricchite con
tutto quello che avevamo raccolto, ci accorgemmo di aver scoperto per puro caso,
alcune importantissime Necropoli Etrusche, e forse anche la zona dove doveva
essere stato sepolto il famoso "Re Porsenna". "L'uomo chiaccia l'ape e la
uccide perchè lo infastidisce, ma quando le api sono migliaia.....
SCAPPA."
Decidemmo previo consiglio di esperti in legge (Studio prof. Vaccaro di Roma),
di denunciare le nostre scoperte, onde evitare che all'uscita del nostro libro,
i tombaroli lo avessero usato come "Mappa del Tesoro", ed in oltre era nostro
intento provvedere alla salvaguardia dei nostri preziosi reperti
archeologici.Decidemmo quindi di fare un "esposto" con il quale denunciavamo a
tutte le Autorità competenti le suddette nostre scoperte:
L'esposto cominciava con queste seguenti righe:"Con la presente,
al fine di evitare false strumentalizzazioni ovvero abusi da parte di terzi
speculatori ci corre l’obbligo di segnalare e rendere noto alle Autorità
destinatarie di questo scritto, i risultati di una nostra indagine effettuata
nel territorio del Comune di Sarteano, prov. Di Siena, a seguito della quale in
maniera del tutto casuale e fortuita abbiamo scoperto, l’esistenza di importanti necropoli, e quasi
sicuramente la locazione esatta ove si dovrebbe trovare la famosa Tomba di Porsenna, il mitico Re Etrusco.
ecc ecc."
L'esposto al contrario di come normalmente si procede, non venne inviato solo al
Sindaco o alla Soprintendenza locale, ma anche al Ministero dei Beni Culturali,
Alla Procura della Repubblica, ed anche al Presidente della Repubblica Italiana.
Anche la stampa venne a sapere la notizia, e L'A.N.S.A. e la Kronos, inviarono
un comunicato a livello Mondiale, nel quale si diceva che nel Comune di Sarteano
probabilmente era stata scoperta la Tomba del re Porsenna, da tre Scrittori del
paese, mettendo anche nomi e cognomi.
L'allora Soprintendente Archeologo per la regione toscana, andò su tutte le
furie e ci accusò addirittura di Millantazione.
La procura della Repubblica di Montepulciano Intervenne:
Svolgendo da prima delle indagini preliminari su noi tre, a seguito il
Procuratore ordinò dei sopralluoghi in tutte le zone da noi descritte della
denuncia delle scoperte.
Parteciparono parecchie persone importanti i quali firmarono sul posto tutte le
nostre dichiarazioni e segnalazioni, in presenza anche dell'Ispettore Onorario
locale della Soprintendenza, e del arch. Angelo Mirabonomi, l'incaricato dallo
stato di eseguire una relazione descrivendo se le nostre segnalazioni potevano
essere credibili e logiche, oppure No.
Vennero fatte più di 500 fotografie nei luoghi e nei punti dove noi indicavamo
l'esistenza delle importanti sepolture.
Alla fine di tutti i sopralluoghi e le indagini, la Procura della Repubblica
archiviò il nostro caso, decretando che noi non avevamo commesso nessun reato,
ne ricerche non autorizzate, ne saggi o altre cose che potevano aver violato le
normative vigenti, allegando all'archiviazione del nostro caso anche il
voluminoso rapporto redatto da Angelo Mirabonomi, nel quale si diceva che le
nostre supposizioni per la maggiore potevano giudicarsi buone e credibili.
Alla prima prima richiesta dei nostri dovuti RICONOSCIMENTI per le scoperte, ci
venne risposto: Il Re porsenna è sepoto a Chiusi, e per le scoperte delle altre
importanti sepolture gli esponenti si saranno sicuramente sbagliati, con delle
Tombe da noi gia scavate e poi riempite di terra con il tempo.
Quindi questa Soprintendenza non può dare i riconoscimenti richiesti.
Per nostra fortuna qualche tempo dopo durante degli scavi in località Pianacce a
Sarteano, vennero alla luce parecchie sepolture, nei punti da noi indicati
durante i sopralluoghi, in presenza ricordo anche della Soprintendenza con
l'inviato (Ispettore Onorario di zona).
Facemmo una ulteriore richiesta di RICONOSCIMENTO, alla quale venne risposto
con: per quanto riguarda gli scavi avvenuti in Località Pianacce, il permesso di
scavo ottenuto dal gruppo Archeologico, a portato alla luce delle sepolture,
tramite delle sistematiche ricerche, e non per merito delle vostre segnalazioni,
tra l'altro non pervenute alla sede della nostra Soprintendenza di Chiusi.
Dunque qui ci viene detto, in poche parole che le tombe in questione sono state
scoperte per caso dal gruppo archeologico tramite delle loro ricerche, guarda
caso, nei punti dove noi le avevamo già segnalate parecchio tempo prima.
Ci rendemmo conto che qualcosa non tornava, io decisi allora, (dopo la scoperta
della ormai famosa Quadriga Infernale), di inviare la copiosa documentazione in
mio possesso, compresi gli atti della Procura al Tribunale Europeo, il quale
rispose che aveva accettato la denuncia ed al caso, era stato assegnato
un numero di protocollo, e che appena possibile sarebbe stato esaminato.
Nel frattempo facemmo ancora l'ennesima richiesta dei nostri RICONOSCIMENTI, Ci
venne risposto dal Soprintendente allora in carica Archeologico di
Firenze:"Nessun riconoscimento vi può essere dato in quanto vi siete introdotto
e fatto ricerche non autorizzate nei terreni in questione, senza aver chiesto
permesso ai rispettivi proprietari."
Quindi cambia la (scusa), ma il RICONOSCIMENTO ci viene sempre negato, in quanto
alla risposta ultima, ho scritto al Soprintendente allegandogli Il decreto di
archiviazione del nostro caso, dove La Procura della Repubblica dichiara
espressamente che noi non commettemmo nessun reato nell'ambito delle ricerche
storico scientifiche fatte per la scrittura del nostro libro, e quindi nemmeno "ricerche
non autorizzate".
Ma se una procura afferma che queste ricerche non autorizzate non ci sono state,
e lo fa nel 1995,e quindi a libro finito, come può, dopo alcuni anni da tale
decreto, il Soprintendente allora in carica affermare invece che ricerche non
autorizzate ci sono state?.
Abbiamo combattuto per le nostre buone e sane ragioni con tutti i nostri
mezzi, a volte addirittura evitando duri scontri, per esempio quando la
Soprintendenza ci accusava e a volte diffamava, con il semplice intento di
screditarci di fronte all'opinione pubblica ed amministrativa.
Per nostra fortuna però, abbiamo una enorme quantità di documenti (la maggior
parte dei quali depositati anche in Procura), dai quali si può facilmente capire
quello che è stato fatto pur di non dare noi ragione.
Non mi dilungo molto su questo argomento, in quanto questo luogo non è il più
adatto, ma se saremmo costretti, giocheremo tutte le nostre carte, anche quelle
proibite se proprio non se ne potesse fare a meno.
Concludiamo semplicemente con questa frase: