IL POLARUM  

Romagnoli Stefano (V.Presidente A.R.E.A per la Regione TOSCANA):

Vi parlerò di seguito di seguito di una teoria scientifica, secondo me valida e provabile, di uno strumento Etrusco da loro usato per determinare alcuni segni cardinali.

L’equivalente della nostra moderna BUSSOLA. 

E' durante lo studio condotto da me, ed atri due miei soci, che intraprendemmo questa eccezionale deduzione. 

Vi siete mai chiesti per esempio come avessero fatti gli Etruschi a scolpire e scavare i loro Dromus con un orientamento cardinale così preciso, senza adoperare una bussola?

Gli Etruschi non avevano una bussola, ma uno strumento precisissimo che noi, dopo averlo virtualmente ricostruito, abbiamo chiamato POLARUM. Dal disegno si capisce abbastanza bene com'era adoperato dagli Etruschi per orientare verso qualsiasi punto cardinale, senza sbagliare di un grado l'inclinazione dei loro Dromus.

 

 Il Polarum o Polarium, non è altro che una vera e propria bussola dell'epoca Etrusca. Era usato dagli architetti disegnatori e progettisti di strutture architettoniche e funebri.

L'utilizzo di questo strumento era estremamente semplice, e permetteva di stabilire senza calcoli troppo complicati, i principali punti cardinali, poi di seguito anche i punti interpolari.

Il Polarum veniva così utilizzato:

Costruito su di una pietra piatta, della grandezza di circa cm. 50x60 veniva appoggiato sul terreno in un punto piano con la parte più larga rivolta a sud.

Su questa pietra veniva praticato un foro, dove poi veniva inserita un'asse molto simile a quella di una meridiana.

All'alba, appena compariva sulla pietra l'ombra dell'asta centrale, veniva incisa una tacchetta in corrispondenza del segno dell'ombra, si aspettava poi il tramonto, per incidere una seconda tacchetta nel punto preciso in cui si trovava l'ombra al momento della sua scomparsa.

A questo punto gli etruschi prendevano una cordicella sottile, poi la tagliavano alla lunghezza che coincideva con la prima tacchetta della mattina, e la seconda della sera, ed il gioco era fatto, sarebbe bastato poi mettere, come si sol dire, doppia la cordicella, per andare a segnare con la terza tacchetta il punto preciso del mezzogiorno.

Facile in seguito tracciare gli altri punti cardinali, eseguendo di seguito altri passi come il secondo ed il terzo, ad ogni altro doppio della cordicella si trova un mezzo punto, ed al prossimo doppio un quarto di punto.

Ecco quindi svelato il mistero: gli etruschi avevano la (bussola), ma non si chiamava così.