Autopsie reali o virtuali?
Polemiche e ipotesi sui filmati di "Jack Barnett"
di Antonio Manera
All'inizio del 1995 un documentarista inglese, Ray Santilli, direttore del Merlin Group, casa di produzione video ed editrice di musicassette e di libri, dichiara di aver acquistato da un anziano cineoperatore militare americano un lotto di pellicole che, a suo dire, si riferiscono all’evento di Roswell. Le pellicole mostrerebbero le autopsie fatte ai cadaveri di due esseri apparentemente non umani, scene filmate direttamente sui luoghi del crash e dei rottami raccolti, nonché lo stesso presidente USA Harry Truman. Le immagini furono riprese da Jack Barnett, all’epoca cineoperatore militare, per ragioni di servizio. Il nome “Jack Barnett”, si viene subito a sapere, è solo fittizio. Egli avrebbe trattenuto gli “scarti” di quanto girò su incarico del Pentagono, nella zona di Magdalena, vicino a Socorro (nel Nuovo Messico a circa 200 km. ad ovest di Roswell), successivamente al crash di un UFO avvenuto il 31 maggio 1947.
Diffusione della notizia e
controversie
La notizia viene diffusa da Philip Mantle, responsabile investigativo della BUFORA, British UFO Research Association inglese, che ha visionato parte del materiale, giudicandolo “importante”. Impropriamente denominato “Roswell Footage” (filmato di Roswell), in quanto la sua reale pertinenza all’incidente di Roswell è tutta da dimostrare, tale materiale va più precisamente chiamato con il nome del proprietario, diventando così l’ormai famoso “Santilli Footage”. Nella rivista del BUFORA e sul MUFON Journal, Mantle ha raccontato di esser stato contattato due anni prima da Ray Santilli, per discutere del progetto di un documentario video sugli UFO. Il progetto non era stato realizzato, ma Santilli in quell'occasione aveva parlato delle bobine di film su Roswell che stava per comprare. Santilli si era recato negli Stati Uniti per una ricerca documentaristica su Elvis Presley e aveva trovato un cameraman che era stato il primo a filmarlo sulla scena. Questi gli aveva venduto dei filmati d'archivio, ma poi l'aveva richiamato per proporgli un altro stock di filmati, ben più importante, relativo alla caduta di un UFO. Il cameraman, molto diffidente, esigeva l'anonimato e il pagamento in contanti, per questo motivo c'erano voluti due anni per la conclusione dell'affare, avvenuta alla fine del 1994. Philip Mantle, dopo due colloqui con Santilli, si è dapprima detto scettico, come alcuni suoi corrispondenti che aveva informato. Tuttavia, ha chiesto di poter visionare il filmato. Dopo molti mesi e appuntamenti annullati (nel frattempo, la trattativa col cameraman procedeva), Santilli ha finito per dargli (il 17 marzo 1995) una parte deludente del filmato ovvero la sequenza di un'autopsia in una tenda poco rischiarata. Vi si vedeva un corpo coperto da un telo, da cui emergevano la testa e le gambe, due uomini in camice bianco attorno a una tavola, e un terzo vestito in borghese. Quello spezzone di film aveva aumentato la curiosità di Mantle che aveva proposto a Santilli di andare a presentare il film alla conferenza annuale del BUFORA che si sarebbe svolta in agosto a Sheffield. Qualche giorno più tardi, un amico giornalista di Sheffield l'aveva chiamato per avere ragguagli sulla conferenza, e aveva pubblicato un articolo sul Sheffield Star, annunciando la proiezione del film su Roswell. Poco dopo, l'agenzia giornalistica White annunciava la notizia, diffusa in tutto il mondo dall'agenzia France Presse il 26 marzo. Il 28 aprile Philip Mantle e sua moglie Sue sono andati a un nuovo appuntamento con Santilli, che in quell'occasione ha fatto loro visionare una sequenza molto più chiara: un'autopsia in una stanza d'ospedale, sempre in bianco e nero e senza sonoro. Del resto, tutte le bobine del film sono in bianco e nero, cosa che non ha impedito che una rivista parlasse di "sangue verde", un particolare ridicolo che altri giornali non hanno mancato di riprendere a loro volta.
L'atteggiamento di Santilli
C'è già un aspetto
della questione che deve far riflettere. Supponendo che il film sia autentico,
perché questo cameraman ha scelto un piccolo produttore inglese di video
musicali, per proporgli un filmato che avrebbe potuto vendere a peso d'oro negli
Stati Uniti? Sapeva che Santilli aveva in mente un progetto sugli UFO, di cui
aveva già parlato con Mantle ancor prima di "trovare" questo materiale? O forse
il vecchio cineoperatore cercava semplicemente di condurre una trattativa
discreta con uno straniero, che lo avrebbe pagato in contanti? È corsa voce che
Santilli abbia comprato il film per 150.000 dollari o per 100.000 dollari, ma
Mantle sostiene di non conoscere l'ammontare della somma. Quanto a Santilli, ha
sempre rifiutato di rispondere alla domanda. Premesso che Santilli ha
dichiarato candidamente fin dal primo momento che “questo è il filmato buono
nelle mani sbagliate”, essendo un uomo d’affari e non un ufologo o un’idealista,
resta il fatto che non ha tenuto conto della professionalità e dell’esperienza
di addetti ai lavori del settore i quali, colpiti da alcuni dati palesemente
incoerenti nella datazione dell’incidente rispetto a quelli noti (fine maggio
anziché primi di luglio, e Magdalena anziché Roswell-San Augustin) riferitegli
dal cameraman, non hanno esitato a scatenare una dura campagna di polemiche
contro di lui.
Il
5 maggio 1995 Santilli organizza una proiezione privata (per oltre 200 addetti
ai lavori, fra cui ufologi e rappresentanti di TV internazionali) al Museum of
London. Il filmato, della durata di 20 minuti – come il precedente – sembra
ottenuto saldando numerose bobine in bianco e nero 16 millimetri. Si tratta
dell'autopsia dell'essere ferito. Mancano diverse scene preannunciate da
Santilli (per una novantina di minuti in tutto). Le reazioni dei presenti sono
critiche: perché promettere di mostrare tanto materiale che, senza alcuna
spiegazione plausibile, svanisce? Il filmato
(vedi) proiettato a Londra presenta un cadavere, estremamente simile a
quello del filmato dell'autopsia in mano a Volger Spielberg, ma visibilmente
danneggiato, contuso in più punti, con vari versamenti ecchimotici ed una vasta
lacerazione sulla coscia destra. Il corpo è disteso su un tavolo autoptico con
fori per il drenaggio dei liquidi. L’ispezione esterna impegna i medici per
alcuni minuti, poi ha inizio l’operazione autoptica. Il cadavere viene aperto
con una diversa procedura chirurgica, infatti vi viene praticato un taglio ad
“Y”. Il cranio viene sezionato con un seghetto per estrarne il cervello.
Nei materiali ceduti da Santilli alle televisioni viene inclusa anche una sequenza di immagini mostranti i “rottami” (vedi) recuperati sul luogo dell’impatto. Si tratta di varie riprese di frammenti metallici esibiti sotto una tenda da campo, ciascuno munito di un cartellino identificativo. La macchina da presa indugia su barre metalliche “a doppia T” su cui appaiono impressi simboli, la cui decifrazione a tutt’oggi non è stata possibile nonostante i tentativi di esperti linguistici e storici.
Il filmato venduto alle televisioni di tutto il mondo
Dopo l'anteprima mondiale, il filmato nella sua interezza venne presentato pubblicamente al congresso ufologico del BUFORA a Sheffield in agosto, innescando il meccanismo di “broadcasting”: il film venne messo in vendita in diversi Paesi sotto forma di video-cassetta e trasmesso dai più grandi canali televisivi del mondo senza che si disponesse di alcuna certezza riguardo alla sua autenticità. Ciononostante, dopo una prima visione, diversi esperti in medicina chiamati ad esprimere un parere, non hanno tardato ad assicurare che si trattava di un cadavere vero, all'apparenza non umano, anche se antropomorfo, facendo diventare il caso molto interessante. Alcuni hanno affermato che si trattava di un essere umano ammalato di malformazioni congenite, per di più truccato, per renderlo più strano. In Francia, TF1 ha presentato il filmato in giugno, durante trasmissione L’Odissée de l’efrange, ma sono stati trasmessi solo alcuni fotogrammi in fermo immagine. Il film è stato messo in vendita in videocassetta alla fine di agosto. Vi erano inclusi i pareri di esperti medici e di personalità religiose. Alcuni estratti sono stati presentati a fine ottobre sempre su TF1. Il film è stato trasmesso in Inghilterra da Channel 4, insieme a commenti critici, e su RTL in Germania, con pareri molto negativi. Una trasmissione ben documentata è stata trasmessa il 28 agosto negli Stati Uniti, dal network Fox TV, alla presenza di numerosi esperti, e in ottobre in Italia su Rai 2, nell'ambito della trasmissione Misteri.
Il racconto del cineoperatore "Jack Barnett"
L’uomo del mistero in tutto
l’affare Santilli resta naturalmente il fantomatico cameraman militare.
Residente negli USA, in Florida, ultraottantenne, Jack Barnett avrebbe
conservato per 47 anni gli originali degli scarti delle riprese autoptiche da
lui effettuate su ordine del proprio comando.
Il racconto
Tutto ha inizio ai primi di giugno del 1947, quando Barnett venne convocato
dal generale McMullen per un incarico speciale: il cameraman avrebbe dovuto
recarsi su un luogo di un incidente a sud-ovest di Socorro. Era urgente. Il suo
compito era di filmare tutto quello che si poteva, restando nei pressi dei
rottami, fino a quando non fossero stati rimossi. Inoltre avrebbe avuto libertà
di movimento in tutta l'area dell'incidente. Barnett ebbe le stesse istruzioni
dal generale Spaatz, il quale disse che si trattava di un velivolo-spia russo
precipitato. Prese un volo dalla Base Andrews con altri 16 ufficiali e personale
vario, principalmente medico (Team medico del SAC, Strategic Air Comand).
Arrivarono a Wright Field e raccolsero altri uomini ed equipaggiamento, da lì
volarono a Roswell a bordo di un C-54. Arrivati a Roswell, il trasferimento sul
luogo dell'impatto avvenne su strada. La zona in questione era compresa fra le località di
Magdalena e Socorro. Barnett sostiene che quando arrivò tutta la
zona interessata era già stata completamente perimetrata. Tutto ciò non per
nascondere alla vista dei curiosi un aereo-spia russo ma un grosso oggetto
discoidale, riverso sul dorso, con il calore che ancora veniva emanato dal
terreno circostante. Nelle vicinanze c'erano delle creature mostruose distese
sul terreno che urlavano e piangevano, ognuna
di loro teneva
accostata al torace una scatola. Appena la sua tenda fu allestita, Barnett
iniziò a filmare prima il velivolo poi il luogo e i rottami. Attorno alle sei fu
deciso che ci si poteva avvicinare con sicurezza. Quegli strani esseri stavano
ancora piangendo, e quando i militari si avvicinarono i loro lamenti si fecero
più forti. Cercavano di proteggere le loro scatole, che tenevano ben strette:
apparentemente erano dei “pannelli di comando”,
caratterizzati da un incavo di sensori avente la forma di una mano a sei dita. I
pannelli – poi ripresi nel “filmato dei rottami” – sarebbero stati tolti con la
forza, tanto che uno dei militari fu costretto a colpire uno di quegli esseri
alla testa, con il calcio del fucile. Tre degli esseri furono allontanati
e legati con corde e nastri. Un'altra creatura era già morta. Gli uomini del
Team medico erano riluttanti ad avvicinarsi agli esseri, ma visto che alcuni
presentavano ferite non avevano scelta. Quando le creature furono portate via,
la priorità era di raccogliere tutti i rottami che si potevano rimuovere
facilmente. I rottami vennero portati sotto alcune tende dove furono
registrati e quindi caricati sui camion. Dopo tre giorni arrivò da Washington un
Team completo e fu presa la decisione di rimuovere lo scafo. Secondo Barnett
all'interno dell'oggetto l'atmosfera era molto pesante, non era possibile
restarci dentro per più di qualche secondo senza sentirsi molto male. Pertanto
fu deciso di analizzarlo alla base di Wright Field, dove venne portato grazie ad
una piattaforma mobile posta su un camion. Il cineoperatore restò a Wright Field
per altre tre settimane al lavoro sui rottami. Dopodiché gli fu ordinato di
andare a Forth Worth per filmare un'autopsia. Gli fu richiesto di indossare gli
stessi indumenti protettivi dei dottori perché era stato scoperto che i cadaveri
di quegli esseri potevano rappresentare una minaccia dal punto di vista medico.
Ma era impossibile maneggiare propriamente la cinepresa, il caricamento e
la messa a fuoco risultavano molto difficoltosi, così Barnett, a dispetto degli
ordini, si tolse la tuta protettiva durante le riprese. Le prime due
autopsie vennero effettuate nel luglio del 1947. Finite queste riprese aveva
raccolto diverse centinaia di bobine. Separò le bobine che per lo sviluppo
necessitavano di maggior attenzione delle altre, che avrebbe sviluppato in
seguito. Il primo quantitativo fu spedito a Washington e un secondo fu
sviluppato dallo stesso Barnett alcuni giorni dopo. Una volta sviluppate le
rimanenti bobine, contattò Washington per organizzare la spedizione del secondo
quantitativo. Incredibilmente non si presentarono mai, né per riprenderle né per
occuparsi del loro trasporto. Li interpellò telefonicamente più volte, poi
lasciò perdere. Il materiale filmato sarebbe quindi rimasto con Barnett sin da
allora. Nel maggio 1949 gli fu richiesto di filmare una terza autopsia.
Altre rivelazioni di "Jack"
Le autopsie sarebbero state effettuate e filmate a Fort Worth, e non a Roswell. Barnett racconta che furono rinvenuti quattro alieni vivi: uno non sopravvisse alle operazioni di recupero, il secondo e il terzo morirono circa quattro settimane dopo, il quarto visse fino al maggio del 1949. Nulla si sa dell’autopsia della prima creatura, ma si può ipotizzare che quella fu un’importante “autopsia scientifica”. Il cameraman filmò la seconda e la terza autopsia agli inizi luglio del 1947, quando la maggiore preoccupazione per i militari potrebbe essere stata quella di stabilire le cause del loro decesso e capire come tenere in vita il quarto essere. Si presume che vari organi furono rimossi durante la dissezione per essere studiati in seguito. Secondo “Jack” il quarto alieno fu sottoposto ad autopsia in un auditorium scientifico di Washington D.C., alla presenza di eminenti scienziati americani, inglesi e francesi.
Il fisico ottico
Bob Shell ha interpellato alcuni operatori veterani che ricordano un collega il
quale, alla fine degli anni Quaranta, corrispondeva alle caratteristiche di
“Jack”.
Analisi del "Santilli Footage"
Aldilà di quello che si può pensare del filmato reso noto da Santilli, certamente non si può e non si deve peccare di superficialità sostenendo a priori che si tratta di un falso. Vediamo quindi di analizzare attentamente ciò che si vede in esso.
I presunti protagonisti
L'identità dei chirurghi non può essere accertata dal filmato a causa degli indumenti protettivi da loro indossati. Secondo il cineoperatore l’autopsia fu effettuata dal “Dr. Bronk” e dal “Dr. Williams”. Il nome di Detlev Bronk (1897-1975), appare nel controverso documento “Majestic-12”. Era un biofisico. Fu presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e membro di prestigiose istituzioni militari e governative. L’altro patologo dovrebbe essere Robert Parvin Williams (1891-1967), che era stato assistente speciale del Medico-Chirurgo generale dell’esercito, di stanza a Fort Monroe. Nel 1947 era tenente colonnello e fu promosso Generale di Brigata nel 1949.
L'ispezione esterna
Siamo all'interno di una stanza disadorna, in un ambiente apparentemente
asettico. A detta di numerosi esperti in medicina legale l'ambiente corrisponde
a quella di una comune sala medica o autoctica. L'orologio posto sulla parete a
sinistra del tavolo anatomico segna le 10.06 (impossibile stabilire se del
mattino o della sera). La cinepresa effettua una panoramica interno-sala
e una carrellata sul cadavere disteso su un tavolo anatomico. Il chirurgo, la
persona che conduce l'autopsia, indossa indumenti protettivi, forse
anticontaminazione, come i suoi colleghi. Il chirurgo ispeziona esternamente il
corpo soffermandosi su testa, collo e bocca. Un individuo protetto da mascherina
chirurgica e camicia appare dietro ad un vetro che separa l'ambiente principale
e sembra disporsi a seguire tutta la scena. Il chirurgo fa dei segni e parla
attraverso il microfono che penzola sopra il tavolo autoctico, quindi muove
l'articolazione della gamba destra, che presenta una vasta lesione all'altezza
del ginocchio e femorale. L'orologio ora segna le 10.20, mentre il chirurgo
armeggia ancora sulle gambe entra in campo un primo assistente. Il chirurgo
segnala all'individuo dietro al vetro il tipo di incisione che sta per
effettuare, su torso e addome. A questo punto viene inquadrata l'ora: sono le
10.23. Viene esaminata esternamente la zona basso ventre. I dottori indugiano
sulla zona lacerata e semi-carbonizzata della coscia destra; parlano fra loro.
Poi l'assistente porge al chirurgo una forbice a pinze e questi preleva un
frammento di tessuto della ferita superiore della coscia, e lo deposita in una
vaschetta di vetro tenuta dall'assistente. La mano di un dottore tocca la mano
sinistra dell'essere alzandola e abbassandola leggermente (l'essere è
caratterizzato da polidattilismo, sei dita, ai quattro arti) poi passa al piede
sinistro, ugualmente flessibile, non rigido.
Incisione ed esposizione degli organi
L'orologio non è inquadrato, ora presunta le 10.30 circa: il chirurgo inizia ad incidere partendo dalla zona sotto l'orecchio sinistro. L'incisione provoca l'immediata fuoriuscita di sangue. L'incisione sul torace viene effettuata con un taglio circolare, tecnicamente denominato a "Y" ovvero ripreso da sinistra e unito, quindi, al centro. Il chirurgo incide sotto il torace verticalmente scendendo fino all'inguine, sono le 10.40. Il chirurgo incide di nuovo verticalmente, appena terminato passa il bisturi all'assistente. Sul muro a sinistra, accanto al telefono, appare la scritta "Danger", con sotto due righe non chiare. Il chirurgo tiene sollevato il lembo destro dell'apertura toracica, seziona il tessuto sottostante e in questo modo viene esposta la gabbia toracica (vedi), sulla quale in basso si rileva un grosso organo, quello che dovrebbe essere l'apparato addominale anche se non risulta riconoscibile. Anche l'arcata costale appare dissimile da quella consueta degli esseri umani. Il chirurgo parla con l'uomo dietro al vetro, quindi solleva il lembo di carne nella zona sotto il collo, sino a porlo sulla bocca.
Rimozione degli organi
Il chirurgo richiede altri strumenti (la resezione della gabbia toracica non è presente nei fotogrammi originali del filmato). L'inquadratura mostra la parola "Danger", stavolta appare più nitida e sembra essere seguita dalla parola "Time". L'assistente porge al chirurgo uno strumento; secondo l'opinione di molti che hanno analizzato il filmato potrebbe essere una donna, per l'apparente prominenza del seno sotto la tuta protettiva. Il chirurgo porge un primo organo estratto che viene posto in una vaschetta. Prosegue sezionando ed estraendo altri organi non identificabili, in particolare uno con una certa attenzione, esso sembra contenuto in un alveolo ed è apparentemente a forma di freccia e cristallino. Dopo un ulteriore salto di immagini, si vede il chirurgo continuare a recidere organi ventrali, in particolare uno piuttosto grosso (20 cm. circa), che va ad occupare un'intera vaschetta. A questo punto il chirurgo fa segno all'assistente (donna?) di passargli delle pinzette, muove la testa dell'essere e preleva la membrana nera che copre l'occhio sinistro, essa viene posta in una vaschetta con un liquido trasparente, poi preleva anche la membrana posta sull'occhio destro e la ripone nello stesso liquido..
Incisione e resezione del cranio
Il chirurgo incide il cranio mentre l'assistente blocca la testa dell'essere tenendolo per le mascelle. Intanto entra in scena un secondo assistente che sta scrivendo su un block notes posto su un tavolo accanto al tavolino degli strumenti chirurgici. Ora l'orologio segna le 11.28. Il chirurgo effettua molto lentamente lo scalpo della cute del cranio, sollevandola in avanti, poi incide ripetutamente con il bisturi circolarmente il cranio. A questo punto si nota come il chirurgo si rivolga bruscamente all'operatore facendogli segno di allontanare la cinepresa e l'immagine va nuovamente fuori fuoco. Il chirurgo si dirige verso il tavolino e si piega verso il block notes, scrivendo qualcosa di non decifrabile. L'orologio segna le 11.30. Ora il chirurgo ha iniziato a segare il cranio, dall'alto, l'operazione sembra molto laboriosa e faticosa. Dopo un ulteriore taglio di immagini si nota che la calotta cranica è stata asportata. Il chirurgo taglia con le forbici la membrana che ricopre il cervello e lo estrae. Poi lo ripone in un grosso contenitore metallico piatto. Quindi estrae un altro organo celebrale più piccolo e lo ripone nello stesso contenitore. Sotto la scritta "Danger" si può leggere "Maximum working time" (tempo massimo consentito) ma non si legge l'ora né viene più inquadrato l'orologio della sala. Il chirurgo parla con l'uomo dietro il vetro che fa cenni di assenso. Appare dietro, sulla destra dell'uomo dietro al vetro, un altro orologio che segna le 12.15, ma si tratta di un riflesso dell'orologio della sala, pertanto sono le 11.45. Le riprese terminano qui.
Riprese dei rottami
Iniziano ora alcune sequenze che sembrano girate all'interno di una tenda da campo. Su alcuni tavoli sono disposti dei rottami: frammenti e barre strutturali a "doppio T" (vedi). I pezzi vengono maneggiati con cura e appaiono leggeri e non molto grandi, dai 20 ai 50 cm. circa, di consistenza ed apparenza metallica. Sono infatti estremamente luminosi e assomigliano all'alluminio. La loro leggerezza risulta dal fatto che questi pezzi vengono presi tra le mani da qualcuno (che peraltro non viene mai mostrato in viso) che maneggia quella roba con grande disinvoltura. Di questo individuo si può dire soltanto che indossa indumenti di foggia militare, con cravatta e camicia della stessa tonalità. I pezzi, che vengono inquadrati con l'evidente intenzione di mostrarli alla macchina da presa che sta documentando tutto, sono sostanzialmente di due tipi: delle strane tavole arrotondate in alto ma con gli altri lati rettilinei, dove sulla superficie maggiore si possono vedere le impronte di due mani a sei dita, come quelle dell'essere sottoposto ad autopsia, con diversi puntini in rilievo sotto i polpastrelli di ogni dito e sotto alcuni punti centrali della palma della mano, come se fossero dei sensori che sollecitati permettessero a questa tavola di reagire in qualche modo; l'altro tipo è costituito da barre a "doppio T" caratterizzati da alcuni simboli incisi nella parte cava delle strutture.
L'autopsia della tenda
Non è semplice dare un giudizio sulla cosiddetta "autopsia della tenda". Sin dall'inizio gli ufologi hanno sospettato che la diffusione di questo filmato fosse stata mirata utilizzando materiale frammentato di scarsissima qualità video, in modo tale da rendere difficile qualsiasi tipo di studio approfondito. In effetti, il viso dell'entità presente nella scena della tenda è praticamente irriconoscibile ad una semplice analisi visiva, e tutto l'operato mostrato dal filmato è condizionato dalla sua pessima qualità. Interessante però è l'opinione espressa dai tecnici autoctici che hanno visionato il filmato: secondo loro nelle immagini non viene mostrata una vera e propria autopsia, quanto una ricognizione sommaria su un corpo sul quale vengono forse applicate procedure di rianimazione.
Protagonisti del filmato
Nella scena (vedi) si vedono tre personaggi: due "dottori" (di cui non si riesce a vedere bene il volto) che ispezionano il corpo e un personaggio in abiti civili sempre ripreso di spalle. Si nota che uno dei dottori opera su un lato sinistro di questo corpo, come estraendone e raccogliendo frammenti di tessuto organico o strani bendaggi. Questo strano materiale sembra allungarsi e sfilacciarsi sotto il suo stesso peso e dei campioni vengono recisi dal medico che materialmente esegue il lavoro. Il medico consegna quei frammenti all'assistente, che appare piuttosto giovane. Quest'ultimo li pone in alcuni sacchetti di materiale trasparente pieni di liquido incolore. I sacchetti contenenti questi campioni vengono poi posti dietro le spalle del medico che conduce le principali operazioni e appoggiati, sembra a terra o comunque in basso, al di sotto del lettino su cui l'essere è sdraiato. Il terzo uomo presente sotto la tenda appare solo di spalle, non ha il camice e si trova sempre alla sinistra di chi guarda: viene in avanti ed entra nel campo della cinepresa occupando buona parte dello spazio visivo, torna indietro e scompare dall'obiettivo della telecamera. Durante questo balletto muto qualche volta sembra agitare anche le braccia, ma in tutta questa operazione i due medici in camice bianco vicino al lettino non dedicano la pur minima attenzione al terzo soggetto, come se fosse intento a fare altre cose che evidentemente non interagiscono minimamente con il loro lavoro.
Fisionomia dell'essere
Del presunto alieno si vede poco ma quello che si vede è molto interessante. Innanzitutto, di quello strano essere solo la faccia e le estremità inferiori e superiori non sono coperte dal lenzuolo che invece cela il resto del corpo. Da un punto di vista critico questo fatto appare anche molto strano. Infatti non si capisce perché è stata fatta la fatica di tirare fuori le estremità dell'essere dal lenzuolo bianco che copre tutto il corpo. Tale operazione era infatti possibile solo praticando un foro nel lenzuolo all'altezza delle mani dell'essere o utilizzando due lenzuoli corti: uno che coprisse l'essere dal collo in giù fino all'altezza dei polsi e l'altro che coprisse il resto fino ai piedi che rimangono in ogni caso scoperti, ma partendo da sotto gli arti superiori. Gli arti inferiori risultano grossi se paragonati all'altezza dei due medici che trafficano attorno al corpo. Questa particolarità determina delle differenze tra le dimensioni di questo corpo e quello a cui era stata praticata l'autopsia nel filmato principale, per due importanti fattori: per l'altezza e il volume dell'addome. La forma del cranio non si riesce ad individuare a causa della perdita di qualità delle immagini. Ma dalle analisi al computer si è evidenziato che l'essere è caratterizzato da viso insettiforme (vedi) con mento a punta e arcate oculari prominenti. Gli occhi sono grandi e neri e con un taglio a mandorla che si estende fino alla parete laterale del volto. La bocca e il naso sono molto piccoli. Gli arti superiori che, nonostante siano piegati a livello del gomito, arrivano ai fianchi e, completamente distesi, potrebbero protendersi sino alle ginocchia. Le mani sembrano avere quattro dita.
Il filmato della tenda: un falso svelato?
Come considerare allora questo documento? Si è detto che il filmato della tenda potrebbe riferirsi ad un evento che colse impreparati gli apparati militari, trattandosi della prima operazione di recupero (o meglio, un tentativo) di uno scafo alieno precipitato. Ipotizzando uno scenario "da campo", in una situazione di emergenza, che non necessariamente preventivasse il ritrovamento di corpi alieni e la necessità di un intervento operatorio, si spiegherebbe la totale improvvisazione, con personale privo di mezzi e strutture logistiche adeguate. Ci troveremmo pertanto di fronte al primo intervento chirurgico di ispezione autoptica sul corpo di un extraterrestre, espletato sul luogo dell'incidente, in accordo con le affermazioni del cineoperatore Barnett.
Ma i dubbi sollevati da questo filmato sono tanti. Il documento è il solo consegnato a Santilli in formato videocassetta e non in bobine 16 mm come il "Footage". Con un VHS non si può risalire al tipo di pellicola originale, alla sua datazione e le attrezzature utilizzate. Conosciamo l’aspetto dell’alieno del Santilli Footage e, considerando che la prima autopsia, quella in possesso del discografico Volger Spielberg, mostra un essere virtualmente identico all’altro, la cosiddetta “scena della tenda” mostra invece un corpo di sembianze diverse. La spiegazione potrebbe essere che si tratta di un cadavere relativo ad un altro crash? In realtà oggi le cose, almeno per quando riguarda questo materiale, sembrano aver trovato una spiegazione più convenzionale: si tratterebbe di un banale scherzo fatto ai danni di Santilli. Nel gennaio 1999 i ricercatori Philip Mantle - uscito dalla BUFORA proprio per il suo discusso coinvolgimento nella commercializzazione del "Santilli Footage" - e Tim Matthews hanno preso definitivamente le distanze dall'"autopsia della tenda". Mantle all'inizio aveva tenuto ben conto di questo filmato, ma dopo essere stato contattato da uno dei tecnici che sosteneva di avere partecipato alla falsificazione del video, insieme a Matthews ha condotto un'approfondita inchiesta su questo materiale. Avrebbe così scoperto che la ditta coinvolta nel falso era la ARK Music Ltd. di Milton Keynes, in collaborazione con tali Andy Price-Watts e Keith Bateman, incaricati di riconfezionare le bobine dategli da Santilli. Il filmato sarebbe stato girato nei loro laboratori e Santilli, almeno inizialmente, sarebbe rimasto vittima dello scherzo. Lo stesso Santilli ha ammesso di non avere mai dato molto credito alla "scena della tenda", ma questa dichiarazione è stata impropriamente utilizzata da diversi ufologi italiani e stranieri per considerare falso tutto il "pacchetto" Santilli. In realtà la "scena della tenda" non ha molti punti in comune con quanto si vede nelle altre pellicole. Cambiano i movimenti dei presenti, la qualità dell'immagine, il contrasto fra chiari e scuri, per non parlare della sagoma della creatura. Questo filmato comunque non è stato venduto alla tv italiana, ad esempio, né si è visto in altri programmi trasmessi nei paesi di lingua inglese, in Spagna e Germania. In Italia è stato presentato in una delle videocassette allegate all'enciclopedia Fabbri 'UFO dossier X', dal titolo "Autopsie di alieni?".
Roswell o Magdalena?
Una volta data una spiegazione (forse) alla "autopsia della tenda", bisogna ora cercare di dare una spiegazione agli altri filmati, non prima di aver, però, analizzato alcune dichiarazioni di Barnett contenenti diversi elementi contrastanti. Innanzitutto, la datazione e il luogo del crash: Barnett afferma che l’incidente cui si riferiscono i filmati avvenne tra il 31 maggio ed il primo giugno 1947. Viceversa, le tesi storiche più accreditate avevano sempre fissato come data dell’incidente di Roswell nei primi giorni di luglio 1947. Se il vero incidente di Roswell si fosse verificato alla fine di maggio, non si giustificherebbero le lacune dell’organizzazione politico-militare, come il comunicato stampa del tenente W. Haut riportato dal Roswell Daily Record, per non parlare delle testimonianze come quella di Jesse Marcel e di tutti gli altri testimoni che localizzano con precisione l'evento di Roswell all'inizio di luglio. Se è vero che testimoni come Jesse Marcel jr. (vedi) di fronte ai simboli presenti sulle “travi a doppia T” da lui visti da ragazzo non hanno escluso la possibilità che ci si trovi di fronte a qualcosa di genuino, ci si chiede per quale motivo Santilli avrebbe presentato un quadro tanto contraddittorio rispetto a quanto accertato da tempo. A meno che l’incidente di Roswell e quello documentato da Barnett non si riferiscano a due eventi diversi, tenuto anche conto che le descrizioni degli "alieni" visti a Roswell non coincidono con l'essere sottoposto ad autopsia nel "Santilli Footage". In effetti, tutte queste incoerenze portano al sospetto che questo film possa essere stato girato dopo la caduta di un altro UFO, in un'altra data e in un altro luogo, e forse con un'altra specie di extraterrestri. In questo caso dovremmo chiamarlo l'incidente di Magdalena e non di Roswell. Seguendo le indicazioni del cineoperatore, un team guidato dal ricercatore tedesco Hesemann ha individuato un laghetto essiccato alla fine di un canyon nei pressi di Magdalena (a circa 200 chilometri a ovest di Roswell); questo sarebbe il luogo in cui, secondo il cineoperatore, il disco sarebbe stato trovato dai militari il 31 maggio 1947. Sono stati trovati dei testimoni che affermano di aver visto quella notte “un meteorite incandescente” cadere nella zona. Ma le informazioni raccolte sono poche e troppo carenti per essere considerate una conferma del racconto di Barnett.
Analisi del corpo
Se la datazione dell'evento si può spiegare trovando riferimenti in un altro UFO-crash, rimane il problema di capire se nel filmato si vede una vera autopsia o una finzione. La valutazione del filmato è incentrata sui 21 minuti e 20 secondi esaminati. Però il filmato è di 90 o 91 minuti, se ne conosce circa il 23%; un grandissimo limite perché non si sa cosa c'è nella parte del filmato che non è stata vista da nessuno e che rappresenta la maggior parte di tutta la lunghezza del video.
È stato richiesto il parere di diversi patologi per accertare
se la morfologia dell'essere corrisponde a quella umana e se la modalità in cui
si svolge l'autopsia è quella giusta. In sintesi la morfologia dei
due esseri è la seguente (vedi foto):
corporatura di dimensioni limitate (circa un metro e 20-30 cm. di apparente
altezza) ma con membra e muscoli completamente sviluppati; macrocefali, calvi,
glabri e caratterizzati da polidattilismo (sei dita alle mani e ai piedi), con
organi sessuali esterni femminili, capezzoli e ombelico quasi invisibili; gli
occhi presentano esternamente una membrana nerastra che viene rimossa
chirurgicamente durante entrambe le autopsie. Gli organi interni, soprattutto
uno più voluminoso posto al centro della zona addominale, anatomicamente non
corrispondono a quelli di un essere umano. Questo è stato
sostanzialmente ammesso dalla maggioranza dei patologi internazionali
interpellati in merito, che hanno cercato di comprendere anche la causa della
morte. In tal senso due sono i particolari interessanti nel video reso noto da
Santilli: alla coscia destra si nota una ferita con una perdita di
sostanza, non molto profonda ma tale da coinvolgere i vasi femorali
(vedi). Questa potrebbe aver generato nel soggetto una emorragia tale da
provocare una crisi per anemia acuto-emorragica. In secondo luogo, l'essere
presenta una massa
cerebrale non di tipo umano ma costellata di grumi sanguigni tipici di quanti
sono deceduti per commozione cerebrale.
Secondo il patologo Pierluigi Baima Bollone, l'essere che si
vede nel filmato presenta delle caratteristiche decisamente anomale. "Il
volto del supposto extraterrestre - sostiene Baima Bollone - ha delle
particolarità anatomiche che colpiscono: delle orbite molto grandi, una bocca
abbastanza grande da cui spuntano i cuspidi di due denti. Però la faccia è
piatta, ciò induce a ritenere che non vi sia la muscolature sottostante che è
propria dell'uomo e che consente quella particolare forma espressiva che è la
mimica. Se analizziamo i testi anatomici, ad esempio l'opera di G. Sabattini (le
tavole sono state edite a Bologna nel 1841) vediamo una accuratissima
descrizione visiva della muscolatura del volto: il muscolo frontale, l'elevatore
delle palpebre, il muscolo auricolare, le muscolature del naso, l'elevatore del
labbro superiore, il canino, il grande e il piccolo zigomatico ecc.... Nella
ripresa dell'extraterrestre non si rileva l'esistenza di strutture di questo
tipo. È quindi un soggetto che ha, per ciò che si può vedere dal filmato che
abbiamo a disposizione, delle diversità anatomiche sostanziali con la nostra
specie che lasciano veramente perplessi. Non ha quindi, il supposto
extraterrestre, quella grande possibilità dell'uomo che è il gioco mimico con
cui riesce a trasmettere dei messaggi di rilevante importanza e che è
strettamente connessa alla intelligenza della nostra specie". Un altro aspetto
rilevato da Baima Bollone è la mancanza sulla mano delle pieghe
flessorie. "La mano - continua Bollone - è un segmento estremamente
specializzato, l'uomo ha la possibilità di muovere il pollice, utilizzando la
mano al meglio nelle diverse direzioni flettendolo, distanziandolo dalla mano e
riavvicinandolo. Ci sono dei muscoli preposti a questi movimenti, muscoli i
quali costituiscono quella rilevatezza che qui manca, che è la rilevatezza
tenere. Allora, una mano la quale mostra di essere così vicina alla mano umana
ma che manca delle strutture muscolari destinate alla sua utilizzazione è un non
senso biologico". La deduzione finale sembra abbastanza semplice. "Il commento
complessivo che si potrebbe trarre - conclude Baima Bollone - che soltanto dalla
valutazione dell'essenza della muscolatura mimica del volto e dall'assenza dei
muscoli propri della mano, è che si tratta di immagini le quali si riferiscono a
strutture troppo vicine alla nostra specie ma contemporaneamente molto distanti,
tanto da rendere assurda l'ipotesi di una comunanza e fa sospettare l'esistenza
di un trucco". Un altro elemento che avvalora l'ipotesi del trucco è
l'utilizzo da parte dei "dottori" di strumenti ginecologici, decisamente non
adatti per una autopsia.
Il soggetto del filmato potrebbe essere un manichino e tutta la scena una sorta di film amatoriale? Per capire questo sono stati interpellati degli scenografi professionisti i quali, in larga parte, hanno convenuto sul fatto che il tutto sarebbe, almeno oggi, ricostruibile. Interrogati sul network Fox TV, gli esperti americani di effetti speciali che hanno realizzato i trucchi del film di Spielberg Jurassic Park pensavano che l'autopsia, molto realista, sarebbe stata assai costosa se ricostruita in uno studio. È molto difficile, ad esempio, simulare la pelle che sanguina nel momento in cui viene incisa. In questa stessa trasmissione, due medici legali hanno osservato che gli strumenti erano di quell'epoca, che il modo di operare era plausibile e che quelli che operavano erano veri chirurghi. In compenso, criticavano i maldestri movimenti della cinepresa e l'assenza di inquadrature fisse, che avrebbero dovuto essere usate per mostrare meglio gli organi prelevati. D'altra parte, per un'autopsia così importante dovrebbero essere stati necessari parecchi giorni, oppure diverse settimane, e non due o tre ore al massimo (è il tempo che sembra essere trascorso se si prende a riferimento l'orologio attaccato al muro). Un cameraman militare ha giudicato deplorevole la ripresa delle immagini, e un programmista ha sottilmente osservato che non si agisce in modo diverso quando si cerca di nascondere dei trucchi imperfetti.
La videocassetta messa in commercio da TF1 include un'analisi delle immagini condotta da due esperti: un chirurgo, il dottor Patrick Braun, e un esperto del tribunale in antropologia medico-legale, Josiane Pujol, per lo studio del viso e del cranio. La testimonianza del dottor Braun non ha dissipato affatto il mistero: anche se non crede ai visitatori extraterrestri, afferma che il corpo che compare nel film è vero. La sua convinzione è determinata con l'esame dell'aspetto generale del cadavere e degli organi, ma anche con l'osservazione di molti particolari esterni ed interni. Così, il processo di scollamento tra meninge e cervello, che appare nettamente, a suo avviso, corrisponde alla realtà: questa operazione delicata deve essere realizzata a mano per via di piccole aderenze causate da minuscole fibre. La presenza di questa scena elimina, a suo parere, l'ipotesi di un trucco. Si possono osservare molti altri dettagli simili: lividità cadaverica, ematomi sul corpo, la piaga alla gamba che rivela un sistema osseo, con una frattura in quella zona. Questo corpo potrebbe essere quello di un essere umano che abbia subito mutazioni multiple? Ciò è impensabile per il dottor Braun, ve ne sono troppe e tutte insieme. La polidattilia (presenza di dita in sovranumero) è un'anomalia conosciuta, ma molto rara alle due mani e ai due piedi insieme. D'altra parte, qui appariva sotto una forma perfetta, elegante. Ma soprattutto, la presenza di grandi anomalie non solo esterne, ma anche degli organi interni (vedi), sembra escludere l'ipotesi di un mutante naturale. Gli organi interni sono completamente diversi da quelli di un essere umano: polmoni molto piccoli, assenza di intestino (causa, negli esseri umani, di una morte immediata alla nascita), la presenza di un enorme organo piramidale, forse il cuore, di cui si vede sezionare un grosso vaso. Un altro organo voluminoso, situato nel basso ventre, potrebbe essere il fegato. Altro elemento stupefacente è l'apparato genitale, di apparenza femminile: è molto piccolo e non presenta caratteri sessuali secondari. Si è discusso sulla presenza o meno dell'ombelico: non riscontrato da Braun è stato invece scoperto attraverso l'analisi al computer da altri ricercatori.
Il dottor Braun non è uno specialista di medicina legale, e non può avere la competenza per giudicare malformazioni congenite. Altri invece, con l'aiuto di esperti, ritengono di aver identificato quale fosse la malattia genetica di quest'essere: si tratterebbe della Progeria o della sindrome di Turner-Albright (vedi foto). "La mia prima impressione - ha dichiarato il fisico nucleare e ufologo Stanton Friedman - per via della strana conformazione del corpo, è che si tratti di un essere umano affetto dalla sindrome di Turner-Albright, una malattia genetica che colpisce solo gli individui di sesso femminile. Le donne con questa sindrome non sviluppano il seno, che chiaramente manca al soggetto in questione che però sembra effettivamente di sesso femminile; hanno strane orecchie; il palato rialzato; e altri elementi che sembrano corrispondere alle caratteristiche della creatura che vediamo nel filmato. Ma le sei dita non si ritrovano in nessun caso studiato. Questa è la mia prima riflessione. Un essere umano affetto da una malattia genetica abbastanza diffusa e che colpisce un individuo su 2500: ci sono donne che nascono con la sindrome di Turner e vivono una vita breve. Questo non sarebbe in contraddizione con le informazioni che ci vengono fornite dal filmato". Il professor Baima Bollone esclude questa possibilità per due motivi: non solo perché nella sindrome Turner non ci sono quasi mai sei dita e c'è addirittura un'ipotrofia del quarto e del quinto raggio di mano, ma anche perché in quei casi esiste una particolare disposizione della pieghe articolari della mano che in questo caso sono del tutto assenti. "Volendo rimanere nella ipotesi di un malformato - aggiunge Baima Bollone - si potrebbe piuttosto pensare ad un caso di Trisomia, cioè di tre cromosomi 13 oppure di Trisomia del cromosoma 18".
Dalle analisi al computer sono scaturiti altri particolari interessanti: innanzitutto il volume della parte superiore del cranio, che occupa una metà del viso invece che un terzo come nell'essere umano; i globi oculari sono molto più grandi di quelli dell'uomo, il naso più piccolo; la bocca sembra non avere denti; le orecchie hanno una forma diversa, ma la loro posizione è "normale" se rapportata ai tratti del viso. Un dettaglio molto curioso è la pellicola protettiva che viene tolta facilmente dagli occhi durante l'autopsia, il che fa pensare non facesse parte del corpo. Può darsi che si trattasse di una protezione artificiale, una sorta di lente a contatto protettiva o di un organo che era già stato sezionato.
Gli oggetti e l'ambiente
Un altro aspetto importante è l'analisi dell'ambiente e degli oggetti che si vedono nel filmato. L'ambiente non sembra essere quello di una tenda da campo perché le pareti sono rigide. I gesti sono quelli di chirurghi e non di medici legali. La loro tenuta, che protegge tutto il corpo, è giustificata dai rischi evidenti legati alla possibile esistenza di microbi sconosciuti. Suscita però dei dubbi il fatto che loro viso sia mascherato con una visiera stretta e opaca: questo equipaggiamento non sembra particolarmente adatto per un'autopsia ma in compenso è perfetto per nascondere i volti. Allo stesso modo è praticamente impossibile riconoscere la persona che segue tutta l'operazione da dietro il vetro, essa ha gli occhiali, una mascherina e un berrettino bianco in testa: è decisamente difficile in questo contesto riconoscere chiunque.
All'analisi, tutto tutto ciò che
si vede nel filmato dell’autopsia sembra appartenere all’epoca in questione. Il
telefono è un modello AT&T del 1946, con filo a spirale opzionale dal 1938 e
standard presso gli uffici dell’esercito degli Stati Uniti; l’orologio a muro è
un modello in commercio dal 1938; il microfono, un modello Sheer Bros del 1946
per alcuni, per altri un modello RCA ugualmente dello stesso anno; il tavolo
“Mike”, su cui sono posti i ferri chirurgici, faceva parte dell’equipaggiamento
dei patologi di allora; il martello osseo, così come il fornelletto Bunsen,
veniva utilizzato nelle autopsie per bruciare i grassi corporei.
Ricerche sulla pellicola
Ben più controversa è la questione dell'autenticazione della pellicola. Le analisi chimiche sono state fatte su alcuni fotogrammi consegnati da Santilli ad esperti americani. I risultati dimostrano che il film venne girato in 16 mm, su pellicola Kodak, su cui sono impressi i codici (un quadrato e rombo) che possono far risalire la pellicola al 1927, al 1947 oppure al 1967. Esiste quindi una coincidenza con l’anno del crash ma le pellicole possono essere uscite dagli stabilimenti Kodak di Rochester anche nel novembre o dicembre 1947, invalidando così la datazione di Barnett. In base poi alle analisi del chimico-ottico Bob Shell effettuate nel settembre ’95 e aggiornate nel ’96, su due strisce di pellicola di circa 2 centimetri e mezzo, esse probabilmente appartengono ad una pellicola a perforazione singola (su un solo lato), mentre la cinepresa utilizzata, la Bell & Howell (vedi) modello 1947, una cinepresa piccola e leggera con lenti fisse (da cui i numerosi fuori fuoco a distanza ravvicinata), poteva utilizzare solo pellicole perforate sui due bordi. È ovvio che si tratta di duplicati di terza generazione ottenuti da un internegativo di seconda generazione derivato dalla pellicola originale. L’unica certezza è che la pellicola è stata prodotta prima del 1956: in quell’anno la Kodak cambiò la composizione chimica della pellicola da acetato-propionato a triacetato ed i campioni analizzati da Shell erano su pellicola acetato-propionato. Il tipo di pellicola è la Super XX Panchromatic Safety Film, tipo Kodapac 3 o 4, una pellicola ad alta velocità usata per riprese interne, con una durata non superiore ai due anni. Si può escludere un falso recente, mentre resta aperta l’ipotesi che si tratti di duplicati “originali”, cioè prodotti entro il 1957: entro questa data deve essere stato girato il filmato di Barnett. Santilli dunque dovrebbe avere avuto in mano, per un certo periodo durante il quale i materiali sono stati processati e rimontati, una pellicola di identica generazione, dalla quale ha estrapolato i frammenti da far analizzare oppure una pellicola di una generazione immediatamente precedente. Resta quindi da capire se le analisi sono state fatte su un pezzo originale del misterioso film o su una semplice copia, in effetti su questo punto non c'è molta chiarezza.
Intervento dell'Intelligence?
Sono state fatte mille obiezioni tecniche da parte di operatori militari sulla modalità della registrazione e dello sviluppo del filmato. Sarebbe impossibile elencarle tutte. Ma ciò che sembra oggettivamente inverosimile è la grave "dimenticanza" dei militari che avrebbero lasciato del materiale top secret nella mani di Barnett. Egli sostiene di aver girato almeno duecento bobine di cento piedi a 16 mm, (33 metri, per una durata di tre minuti per ogni bobina) e di averle sviluppate da solo. Aveva messo da parte ventidue bobine (ossia 66 minuti di lunghezza) che richiedevano un procedimento di sviluppo speciale, e le aveva sviluppate in un secondo momento. Alla fine dell'estate del 1947 ci fu un cambiamento organizzativo: l'Army Air Force divenne un'arma indipendente dall'US Air Force. Per questa ragione, quando Barnett avrebbe voluto consegnare le altre bobine, a causa della confusione organizzativa di quel periodo, nessuno si preoccupò di andarle a prenderle. Joe Longo, Bill Gibson e Dan McGovern, tutti ex cameraman di combattimento durante la seconda guerra mondiale e impegnati in operazioni top secret, hanno dichiarato all'ufologo Kent Jeffrey che in progetti classificati un cameraman non sviluppa, mai e in nessuna circostanza, lui stesso i filmati né, tantomeno, può trattenerli. I regolamenti militari richiedono che di tutti i filmati, sviluppati o no, si debba rendere conto, non solo ogni pellicola, ma ogni fotogramma di ogni singola pellicola. Al fine di assicurarsi che le disposizioni vengono rispettate, la lunghezza del filmato sulla pellicola viene misurata fisicamente oppure viene utilizzata una macchina "conta-fotogrammi".
Il racconto di Barnett mal si concilia anche con la teoria del cover-up sugli
UFO che consisterebbe proprio nella raccolta e nella sparizione di ogni prova, anche la più
insignificante. Se è vero che si
tratta di documenti segreti è logico che si sarebbe voluto evitarne la
diffusione, impedendo di risalire alla fonte. A meno che la divulgazione di questo
documento video non sia stata voluta proprio dagli ambienti
dell'Intelligence. L'ipotesi della
disinformazione è stata avanzata da Stanton Friedman. A suo avviso, il motivo
per cui si è voluto collegare i filmati delle autopsie con i fatti di Roswell è
proprio per screditare tutte le informazioni inerenti a quell'evento. E, forse,
non a caso questi filmati sono stati resi pubblici pochi mesi dopo l'inchiesta
dell'Aeronautica militare statunitense che formalmente "chiudeva" la storia di
Roswell spiegando tutto con la caduta di un pallone spia legato al "Progetto
Mogul". La diffusione di informazioni
incoerenti sarebbe stata un mezzo per
indebolire ulteriormente, in quella parte di opinione pubblica che non aveva
dato molto credito alle spiegazioni ufficiali, la convinzione che a Roswell
fosse caduto un oggetto extraterrestre, un'idea ritenuta troppo pericolosa e
socialmente destabilizzante. Per ottenere questo
risultato, sarebbe stato necessario programmare una strategia che si sarebbe
rivelata vincente:
Una grande truffa?
Naturalmente c'è anche l'ipotesi della truffa organizzata da Santilli o da chi sta dietro di lui. La vendita di questo filmato ha sicuramente arricchito chi ha acquistato i diritti di autore. Si dice che Santilli abbia ricavato dalla divulgazione di questo filmato dai sei ai nove miliardi di lire, probabilmente da quaranta a sessanta volte la cifra pagata. A meno che Santilli non sia stato lui stesso il falsario, ma sembra escluso, se non altro in considerazione del rischio che avrebbe corso. Si può pensare ad una organizzazione potente che si è mossa con la complicità di Santilli per la realizzazione di questo filmato. Se fosse così non ci sarebbe niente di nuovo perché l'ufologia è piena di materiali controversi, dalle foto manipolate ai documenti fasulli. Lo stesso sospetto si è avuto, ad esempio, anche per la questione dei documenti del Majestic-12. Alla fine, quindi, di tutta questa storia rimangono solo tanti dubbi. Dubbi che forse possono essere dissipati portando allo scoperto, se esiste, l'autore dei filmati: capire chi è e quale è stato il suo ruolo nell'esercito statunitense. Fino ad allora la questione del "Santilli Footage" sarà sempre aperta ad ogni sviluppo...