"IL CASO PORSENNA E LA SUA
VICENDA":
Romagnoli Stefano - Pellegrini Giancarlo - De Ieso
Vito
Da me così denominato per il fatto che tra
le altre scoperte, nel 1995
in una delle 14 zone denunciammo l'ipotetica esistenza
della sepoltura del famoso Re Etrusco "PORSENNA".
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RIASSUNTO CRONOLOGICO DELLA VICENDA NATA DAL LIBRO:
IO CITTO TU CITTA
“I SEGRETI NASCOSTI SULLE TERRE DEL RE PORSENNA”
Il libro è stato finiti di scrivere IL GIORNO 18 SETTEMBRE DEL 1995, alla creazione hanno collaborato: Romagnoli Stefano, Pellegrini Giancarlo, e Vito De Ieso.
Romagnoli Stefano ha curato la parte tecnica Archeologica e storico/scientifica.
Giancarlo Pellegrini ha scritto i vari passaggi romanzati che si alternano tra un capitolo e l’altro.
Vito De Ieso ha curato il montaggio e la parte grammaticale e dialettale.
Ma veniamo alla spiegazione di “come è nata l’idea di questo libro”:
Io
Stefano Romagnoli, fin da piccolo,
ho incominciato ad immagazzinare migliaia di informazioni, riguardanti il
territorio in questione, essendo nato li, in campagna, ed avendo conosciuto
parecchi anziani abitanti di queste terre, ho avuto modo di raccogliere,
leggende , racconti, storie, e testimonianze, su tutto quello che riguardava la
parte Archeologica di queste zone.
Fin da adolescente appassionato delle “tombe etrusche”, e di tutto quello che
riguardava tesori nascosti, e storia antica, incominciai a fare di persona delle
piccole ricerche, al solo scopo di verificare, vedere, e poi presupporre i punti
dove si sarebbero dovuti trovare tesori ancora nascosti.
Studiando i posti dove si potevano vedere le sepolture già depredate, per poi
paragonare le lori strutture geometriche, in luoghi dove non si vedevano ed
erano ancora da scoprire.
Ben presto col passare degli anni mi resi conto di avere un “intuito2 per tutto
quello che era di nascosto, molto al di sopra del normale, insomma sapevo
individuare con estrema semplicità parecchie “cose nascoste”.
Un bel giorno conobbi Giancarlo e Vito, i quali mi proposero di sfruttare tutte
le mie conoscenze ed esperienze, per scrivere un libro speciale, che avrebbe
svelato dove si sarebbero trovati tutti i tesori, le strutture archeologiche, e
tutto ciò che ancora era nascosto, ma che io ne conoscevo gli esatti punti.
Ecco come mettemmo insieme il libro, una serie di descrizioni dettagliate di
14
zone archeologiche, non solo parlandone e descrivendone quello che si poteva
vedere di persona li sul posto, ma includendo nelle descrizioni quello che c’era
ancora da portare alla luce, indicandone anche i punti.
Il lavoro più importante e faticoso, fu quello per individuare, (tramite ricerche storico/scientifiche), il famoso Sepolcro dove giaceva nascosto il RE PORSENNA, in una delle 14 zone da noi descritte nel libro.
Altra scoperta fortuita, molto importante fu la zona da noi chiamata "scalinata", nella Solaia, vicino a Castiglioncello sul Trinoro, nel libro descrivemmo questa imponete costruzione, della quale adesso se ne vede sono una parte, ove una scalinata in pietra portava ad una parete rocciosa, finendovi addosso.
Dopo la fatica per mettere insieme il tutto, e cercare di far filare i discorsi
al meglio, saltò fuori il primo problema: "se avessimo pubblicato il libro così
come era avremmo corso il rischio di essere accusati, per aver messo a rischio
il Patrimonio Archeologico, indicando di persona a tutti i punti esatti dove si
trovavano certi (tesori)".
E da allora incominciò il nostro calvario, nell’intento di voler fare le cose in regola, e comportarci da buoni ed onesti cittadini.
Di seguito leggerete un riassunto cronologico, riguardante tutto quello che è successo per questo LIBRO, e per le cose che indicava.
In questo testo cercherò il più brevemente possibile, di descrivere i principali punti che si sono susseguiti durante la nostra vicenda.
Tutto è incominciato il 19 Settembre, quando assieme a due altri miei amici e collaboratori, (De Ieso Vito e Pellegrini Giancarlo), durante la stesura dei testi, e l'elaborazione del materiale cartografico, servito alla scrittura del LIBRO, che stavamo finendo di scrivere, ci siamo accorti di avere fatto involontariamente parecchie scoperte in parecchie zone archeologiche che circonda il comune di SARTEANO.
Il libro che tratta, di archeologia locale (Sarteano) riporta 14 siti archeologici, descritti nei minimi dettagli, comprendendo Tombe violate ed anche ancora da aprire, “compreso il presunto Sepolcro della Tomba del RE ETRUSCO PORSENNA, nei pressi del pianoro di S. Giuseppino (Pianacce)”.
Tutte le
mappe, disegni, e le
scoperte, sono venute fuori durante lo studio storico-scientifico del materiale
elaborato, e durante le ricognizioni campestri fatte per vedere, di persona, in
dettaglio tutti i punti descritti nel Libro.
Data l'importanza, e la segretezza di alcune intuizioni da noi scritte, abbiamo
creduto necessario denunciare tali (scoperte) alle autorità competenti “più
alte”, e consegnare l'intero libro alla Procura della Repubblica di
Montepulciano, affinché venisse analizzato, prima di una eventuale
pubblicazione, onde tutelare il più possibile il “Patrimonio Artistico” ancora
nascosto, ma che il libro avrebbe (svelato) dettagliatamente.
14-09-1995 : Su suggerimento dello
studio Avv. VACCARO di ROMA abbiamo presentato un
esposto a tutte le autorità (superiori), e quelle competenti di zona,
riguardante le scoperte effettuate durante studio scientifico per la descrizione
delle zone riportate nel libro,compreso al Presidente della Repubblica, l'Ansa e
tutti gli altri giornali più conosciuti.
21-09-1995 : La caserma dei
carabinieri di Sarteano ci convoca per avvertirci che Il Procuratore della
Repubblica di Montepulciano ci voleva innanzi a Lui.
Ci presentiamo In Procura, muniti di libro, e cartine topografiche, e dopo aver
spiegato in poche parole la vicenda al Sig. Procuratore (Federico Longobardi),
lo stesso ordina una serie di sopralluoghi in tutte le14 zone, e pretende
indicazioni precise (e non supposizioni), su i punti da scavare, fotografando
minuziosamente, ogni nostra indicazione come prova di riferimento da archiviare,
tutto questo, in presenza dei vari rappresentanti delle autorità competenti, tra
i quali il Dott. Giulio Paolucci al tempo Ispettore Onorario della
Soprintendenza locale.
Nello stesso tempo furono fatte dalla Procura, delle indagini su noi tre per accertare che non eravamo recidivi, o personaggi poco affidabili, o, che non avessimo commesso delle azioni illegali nell'individuare le suddette Tombe, (Scavi Saggi Ecc.), addirittura c'era la possibilità che venissimo accusati del reato di “Millantatori”, aver fatto ricerche non autorizzate ecc ecc.
21-09-1995 Iniziani i sopralluoghi,
con una ventina di auto e jeep , parteciparono:
Il Procuratore della Repubblica, dott. Federico Longobardi;
il C.T.U della Procura arch. Angelo Vittorio Mira Bonomi;
l'Ispettore Onorario per i Beni Archeologici, Dott. Giulio Paolucci;
il Brig. Comandante Inter.Staz Rur.o Moreno;
il V.Brig. Pietro Ventura;
1'app. Set. P.G. .,Vincenzo Veno;
il Sig. Giancarlo Pellegrini;
il Sig. Vito De Ieso; il Sig. Stefano Romagnoli;
il ML.llo Ml. re S.U.P.S. Luigi Tardani.
Ed una decina di assistenti dell'arma.
Con l'intera trup incominciamo a
visitare le 14 zone da noi indicate nella cartina topografica di riferimento,
allegata all'esposto, e per ogni presunta struttura sepolta da noi indicata,
vennero presi appunti e misure, complete di fotografie con uno di noi che
indicava sempre con il dito il punto preciso dove si sarebbe dovuto scavare per
portare alla luce le suddette strutture scoperte.
Tengo a precisare che (l'unico) rappresentante della Soprintendenza (Dott Giulio
Paolucci) era contrariato, e disapprovava quasi tutte le nostre affermazioni,
dicendo ogni volta che, in quel posto non poteva esserci niente, firmando ad
ogni scrittura sul posto, la sua convinta dichiarazione, in una occasione lo
sentimmo affermare anche: "Io Sarteano ve lo regalo (come zona archeologica),
tanto non c'è niente di importante".
22-09-1995: Arrivata la lettera dalla
Procura dicendo, che le indagini su di noi erano state chiuse, ed il nostro caso
archiviato, senza che fosse stato trovato alcun reato nelle nostre azioni,
quindi adesso si poteva procedere con la pubblicazione del LIBRO, che poi per
mancanza di fondi, e per garantire una maggior tutela del patrimonio artistico,
non venne pubblicato.
Nel decreto di archiviazione infatti venne sentenziato: "nessun tipo di reato:
ne diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, abuso della credulità
popolare, tentativi di truffa e violazione delle norme per la tutela delle cose
d’interesse artistico e storico (artt.657.56.640.661 C.P e Legge 1 giugno 1939
n. 1089".
27-10-1995 : Il Soprintendente allora
in carica Nicosia scrive una lettera alla Procura, ed a noi per conoscenza:
Nella lettera il Soprintendente dice che noi ci siamo sicuramente sbagliati, e
che le tombe da noi indicate non esistevano, aggiungendo una frase, che col
passare degli anni diventerà poi sempre più ricorrente: “Le zone da voi indicate
erano già note”, infatti si da il caso che tutte le zone intorno a Sarteano
siano già note da centinaia di anni, ma le scoperte fino a prova contraria
valgono "comunque".
Concludendo ci fece capire che era arrabbiatissimo con noi tre, perché avevamo avvertito la stampa, e il Presidente della Repubblica, e così facendo avevamo creato un putiferio, invece Lui avrebbe voluto che fossimo andati a dire queste cose direttamente al più vicino organo competente (Soprintendenza locale di Chiusi).
25-01-1996 : Il soprintendente Nicosia ci scrive ancora asserendo questa volta: che la tomba Del Re Porsenna era a Chiusi e non a Sarteano, ( Non considerando il fatto importante che il territorio Chiusino a quei tempi, si estendeva fino sopra le colline di Sarteano), continuando a parlare di errori secondo lui da noi fatti, ed ancora che ci eravamo confusi, le tombe riempite e già scavate in passato, con quelle inviolate, mentre invece le nostre indicazioni riguardavano per la maggiore “campi in piano”, e certamente le nostre segnalazioni sarebbero state confermate, solo dopo scavi sistematici, con l'intento di verificare se tali sepolture nascoste esistessero realmente.
08-02-1996 : Chiediamo alla Procura
di Montepulciano Il rilascio
di tutti i verbali di sopralluogo.
Nel frattempo siamo andati a parlare a Chiusi, con la Direttrice Dott.ssa
Rastrelli, con l'intento di offrire la nostra totale collaborazione.
In quell'occasione alla Dr.sa furono consegnati parecchi documenti, tra i quali il Libro che stavamo portando a termine, all'interno del quale esistono descrizioni dettagliate di tutte le zone da noi menzionate nell'ESPOSTO.
Quel colloquio purtroppo non ci aiutò molto, non ottenemmo neanche il minimo cenno di una collaborazione, anzi fummo rimproverati, e quindi senza aver avuto modo di poterci esprimere, decidemmo di abbandonare quel colloquio (turpiloquio), l'atmosfera del quale non era certamente di nostro gradimento.
Cominciammo a capire, che tutti quei Signori si erano sentiti scavalcati da noi tre semplici cittadini, e che a loro, la cosa proprio non andava giù, e che avrebbero fatto di tutto pur di non darci soddisfazione.
18-03-1996 : Invito a noi, ed alle
agenzie di stampa alla conferenza, tenuta Nella Procura di Montepulciano,
Indetta dal Sua Eccellenza Federico Longobardi.
A questa conferenza ci sono stati solo 2 episodi dominanti:
1 (Il soprintendente Nicosia che diceva: “ Anche io avrei potuto fare dei cerchi
in una cartina e dire: “Tutto quello che è all'interno di questi cerchi l'ho
trovato io”, arrabbiandosi molto, senza accennare nemmeno l'ombra di una
collaborazione.
Nessuno è riuscito a dirgli come sono andate veramente le cose, cioè : i
sopralluoghi, le foto, i punti di riferimento, tutto in presenza anche di un suo
rappresentante.
2 (I nostri avvocati, hanno fatto “scena muta”, forse non erano all'altezza della situazione, l'Arch. Mirabonomi a avuto anche lui un po' paura del Sopr. Nicosia, e così si è limitato a dire dove, forse aveva individuato la locazione del Mausoleo del Re Etrusco, (ma non la sepoltura); comunque all'interno di uno dei 14 punti da noi segnalati.
10-05-1996: Invio dei plichi con l'intera documentazione ritirata in Procura al Ministro Veltroni.
15-05-1996 : I plichi da noi inviati
erano assicurati e raccomandati, ma fatto sta che andarono persi (fatti
sparire?..) .
Facemmo una denuncia alle Poste Italiane, a causa della gravità del fatto.
Dopo 2 giorni mi telefonò personalmente il Direttore delle Poste, chiedendomi di
ritirate la denuncia, e mi avrebbero rimborsato la spese, accompagnate dalle
“scuse”.
Insomma ogni nostra iniziativa sembrava dovesse andar male, caso…. Sfortuna…. oppure....?
Insomma nessuno che ci avesse saputo dare una mano, ne offerta una possibilità di colloquio.
20-06-1997 : In località Macchiapiana “Zona nella nostra piantina “ anche quella da noi segnalata, vengono ritrovati dal gruppo archeologico due Canopi In Bucchero di elevata importanza.
24-08-1997 : Rapporto di valutazione
dei nostri ritrovamenti scritto dal dott. Mirabonomi (Esperto valutatore
incaricato dallo Stato).
RELAZIONE DE L C.T.U DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO LA PRETURA
CIRCONDARIALE DI MONTEPULCIANO IN MERITO ALL' ESPOSTO DEI SIGG GIANCARLO
PELLEGRINI, STEFANO ROMANGOLI E VITO DE IESO.
In questa relazione Il Mirabonomi conferma alcune delle nostre affermazioni, ma
per quanto riguarda la sepoltura del Re Porsenna, non è d'accordo , infatti lui
si era convinto che la Tomba ed il Mausoleo erano la stessa cosa, non aveva ben
capito che noi abbiamo individuato l'eventuale “sepoltura del RE”, che non ha
niente a che vedere con il Mausoleo, il quale si trovava dall'altra parte
dell'altopiano, zona da noi segnalata con il n° 14, sul quale poggia il paese di
SARTEANO.
10-10-1997 :Lettera da parte del
Ministero (Roma).
In questa lettera il Dott. Mario Serio ci dice: “Le zone da voi indicate sono
tutte su un terreno archeologico già esplorato anni fa da MEATZK, quindi la
vicenda si considera esaurita.
Allora se Sarteano è tutta una zona archeologica esplorata dal prof. MEATZK, le
scoperte fortuite non valgono?
E poi: In questo paese, in quelle da lui dichiarate “zone archeologiche già
conosciute”, non si sarebbe dovuto costruire palazzi e case, visto che in zone
archeologiche (non si può costruire)?
In fine se le zone erano tutte già esplorate dal Sig. Meatzk, come è possibile
che ci siano ancora così tante sepolture da portare alla luce, forse gli
sfuggirono?
20-10-1997 : Lettera da noi al Ministero, chiedendo di poter intraprendere, di nostra iniziativa alcuni saggi di ricerca in alcuni punti da noi segnalate, a nostre spese a con l'assistenza della Soprintendenza locale.
04-11-1997 : Risposta alla lettera
del 20-10-1997.
Il Ministero ci risponde che gli scavi possono essere effettuati solamente dalla
Soprintendenza, oppure da un istituto universitario, e ci sconsiglia da prendere
certe iniziative.
Ma la legge non dice invece che il Ministero può concedere in concessione gli
scavi a chiunque, purchè abbia rispettato l'articolo 8 ?
12-11-2000: Primi scavi in località
pianacce.
Nel mese di agosto dell'anno 2000 in località Pianacce (S.Giuseppino) durante
una passeggiata in campagna, abbiamo notato che a pochi metri, dal punto da noi
indicato come: ”Eventuale Sepolcro del R.P.” erano stati effettuati alcuni saggi
di scavo.
Il risultato di quei saggi, portò alla luce n° 2 Tombe di tipo a camera con dromus, ed un altro dromus più corto.
Gira voce (sui giornali locali), che abbiano trovato durante questi scavi, Vasi Dipinti, una dozzina circa in una camera ancora intatta.
Qualche mese dopo, le ricerche (da
parte del gruppo archeologico Sarteanese), sono andate avanti, ed ecco la
spiegazione dei risultati:
Altri saggi perpendicolari all'andamento dei dromus portarono alla luce altre
due Tombe a dromus con camera centrale, mentre una delle Tombe precedentemente
aperta, è stata ricoperta.
NATURALMENTE IN TALE PIANORO NON CI DOVEVA ESSERE NIENTE…….. DICEVANO……….
Queste ultime due tombe sono più profonde delle prime, spostate a nord rispetto alle altre, non si capisce bene , se potessero essere già state profanate, o se erano (vergini), e quindi con reperti archeologici al loro interno.
Tutto questo resta un mistero perché
non essendo stato reso pubblico il ritrovamento, non ne abbiamo notizie
concrete.
Detto ciò, aggiungiamo:
A noi avrebbe fatto molto piacere, durante questa iniziativa di scavo, almeno
essere stati interpellati; sia per correttezza, che per dare suggerimenti utili,
dato che siamo stati noi a fornire mappe molto precise, ed altro materiale
riguardante il suddetto “sito”, e potevamo indicare loro i punti di scavo con la
stessa precisione usta il giorno dei sopralluoghi.
Non sapendo chi avesse potuto procedere a tali scavi, per precauzione abbiamo fatto una denuncia alla Procura descrivendo gli scavi che abbiamo visto in località pianacce, chiedendo una indagine atta a verificare la regolarità di tale lavoro svolto, non si sa mai, poteva essere opera di scavatori clandestini, visto che nei pressi (durante il nostro sopralluogo) non vi era nemmeno uno scavatore.
24-05-2001: Lettera al Presidente
Ciampi.
Ci siamo sentiti in dovere di scrivere un esposto al Presidente della Repubblica
per avvertirlo dell'andamento dei fatti, ed anche perché tutto stava accadendo
senza che noi venissimo interpellati da nessuna autorità.
Infatti eravamo convinto (fino ad oggi), che il Ministero quando da una
concessione, per un punto dove erano state fatte (ufficialmente) delle
segnalazioni, per lo meno ne avrebbe avvertito gli scopritori.
01-06-2001: Il Presidente Della Repubblica ci risponde che non è un suo compito, ribadendo di rivolgerci ad un organo di competenza, e dicendoci che tale esposto verrà recapitato al Ministero incaricato.
07-08-2001 : E' arrivata una lettera
dal Ministero “Roma”, indirizzata al Soprintendente Archeologico della Toscana
(Firenze), e per conoscenza a noi tre.
La lettera è molto sintetica e di poche righe, 0rdina espressamente al
Soprintendente di Firenze:
“Si trasmette in allegato la nota* dei sigg. Giancarlo Pellegrini, Vito De Ieso,
Romagnoli Stefano pervenuta per il tramite del Capo di Gabinetto e si invita la
S.V. a dare diretto riscontro ai richiedenti, tenendo informata questa
Direzione.
Firmata dal Direttore generale Giuseppe Proietti.
* Per nota si intende la lettera da noi mandata al Capo dello Stato il
24-05-2001.
28-08-2001 : E stata aperto, il
"dromus e la tomba", “ultima di sinistra fine pianoro ovest”, gemella della
ultima a fine pianoro ad est (denominata tomba di san. Giuseppino o delle
pianacce), aperta da sempre, come si vede nei riferimenti della nostra mappa.
Ancora nessun contatto con noi.
Speravamo tanto in una collaborazione, ma purtroppo la soprintendenza locale
sembra non voler scendere a compromessi.
10-09-2001 Lettera da parte Dell'Avv.
Rossi Lorenzo a Dott. Proietti (Ministero), Dott. Bottini (Soprintendenza di
Firenze) , ed alla Procura della Repubblica di Montepulciano.
Ecco alcune righe della lettera:
Nonostante tale esplicito invito, a tutt'oggi, i miei assistiti non hanno
ricevuta alcuna Vostra risposta e, cosa ancora più grave, nessuna notizia è
stata loro fornita in merito alle attività di scavo recentemente intraprese in
località “Pianacce” dal Gruppo Geoarcheologico di Sarteano, sotto la direzione
della Dott.ssa Minetti, con cui, proprio in questi giorni, si stanno riportando
alla luce importanti sepolcri rinvenuti nei luoghi esatti a suo tempo indicati e
documentati dai miei assistiti (prova di tale individuazione è anche contenuta
anche nella copiosa documentazione agli atti del procedimento archiviato presso
la Procura di Montepulciano).
09-09-2003 Sempre località Pianacce
apertura di un'altra camera tombale, e nessuno ci ha avvertiti nemmeno questa
volta.
Si dice che nella camera portata alla luce, ci siano delle ulne e sarcofagi, tre
o 4 in tutto, non si sa, con precisione per adesso sono solo voci.
11-12-2003 Apertura della Tomba (subito denominata) delle Meraviglie, con dipinti parietali di inestimabile valore, subito dopo vari articoli e notizie da tutte le fonti di stampa, si parla anche di una collana in oro.
14-01-2004 Mandata lettera Al
Ministero ecc ecc, ove viene ricordato il fatto che (fino a prova contraria),
gli scopritori siamo ancora noi, e confermiamo ancora una volta il fatto di
essere stati esclusi da questa vicenda.
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Un'altra trainante motivazione che mi ha spinto a scrivere la presente, è una frase che mi sento ripetere da anni, e credo sia venuto il momento di chiarire anche questa situazione:
Nella nota (allegata) “Prot. N° 6560” il Redattore (Dott. Mario Iozzo), scrive la seguente frase:
“I Sigg. De leso, Pellegrini e Romagnoli hanno utilizzato un carta catastale in scala 1:50.000 del territorio comunale di Sarteano e vi hanno semplicemente tracciato dei circoli che delimitano (tra l'altro in maniera approssimativa e il più delle volte anche parzialmente errata e incompleta) alcune aree archeologiche.”
Vorrei controbattere tale affermazione ricordando quanto segue:
La suddetta “Cartina con ampi cerchi”
è servita nel 1995 solamente come strumento di riferimento alla commissione
d'inchiesta che ha effettuato i sopralluoghi dentro ognuno di tali cerchi.
Tali sopralluoghi (indetti dalla Procura della Repubblica di Montepulciano)
hanno voluto verificare se quello che noi avevamo affermato nel nostro “esposto,
riguardante i ritrovamenti”, corrispondeva a realtà , oppure fossero state delle
bufale da noi inventate per qualche motivo.
Nei suddetti sopralluoghi sono state analizzate tutte le aree contenute dentro
gli “ampi cerchi” della cartina.
All'interno di ognuno dei suddetti “cerchi”, ho indicato tutti i rispettivi
punti (più volte fotografati e dettagliati da misurazioni e punti di riferimento
da parte degli addetti), nei suddetti punti, si sarebbe dovuto (scavare) per
portare alla luce le strutture da me ipotizzate.
A tali precise segnalazioni avvenute sul posto era presente il rappresentante della Soprintendenza locale “Dott. Giulio PAOLUCCI - Ispettore Onorario per i beni Archeologico della Toscana”, il quale dopo aver acquisito minuziosamente tutte le (indicazione) voglio sperare abbia logicamente fatto un “rapporto dettagliato” a codesta Soprintendenza, in quanto come Ispettore in carica, aveva il compito prendere atto delle segnalazioni in questione.
Tali rapporti di sopralluogo,(tutti registrati agli atti presso la Procura della Repubblica di Montepulciano),sono tutti controfirmati a testimonianza da rappresentanti d'indiscutibile competenza, dei quali ne segue un elenco:
Pellegrini, Romagnoli, De Ieso, M.llo Luigi TARDANI della sezione di P.G. di MONTEPULCIANO, del M.llo BONI Luigi della Sezione Carabinieri di Sarteano, del Brig. Pietro VENTURA del NORM di Montepulciano, dell'App. Vincenzo VENO della Sezione di P.G di Montepulciano del M.llo Leonardo LUCII del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Firenze, dell'App. Marco PANUZZI del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Firenze nonché con l'assistenza del Dr. Giulio PAOLUCCI - Ispettore Onorario per i beni Archeologici della Toscana e del Dott. Arch. Mira BONOMI Angelo Vittorio questo ultimo nominato consulente tecnico ai sensi dell'art. 359 C.P.P. dal Procuratore della Repubblica (ed in persona) Il Procuratore della Repubblica Dott. Federico Longobardi.
Sono fermamente convinto quindi. di
aver fornito “segnalazioni dettagliate”, e che tutti i firmatari dei verbali di
sopralluogo, (portati sul posto) si ricorderebbero esattamente dove io avevo
indicato i punti esatti da scavare, anche nel caso della tomba delle PIANACCE
(in questione), della quale avevo fornito l'esatta posizione su una cartina in
scala consegnata durante i sopralluoghi al redattore dei verbali nel 1995.
Lasciamo pure perdere quindi le necropoli, si sa bene che erano già conosciute
da tutti, è noto che Sarteano è circondato da nocropoli Etrusche,ma qui si
tratta di sepolture, e dei punti esatti da noi scoperti, ed in seguito indicati,
nei quali la Soprintendenza avrebbe dovuto scavare per portarle alla luce.
Sempre Nella nota (allegata) “Prot. N° 6560” è scritta la seguente frase:
“Quanto, poi, al rivendicare la paternità della scoperta della tomba dipinta rinvenuta lo scorso Ottobre 2003 nella necropoli delle Pianacce (Podere Le Tombe), non corrisponde al vero che lo scavo abbia restituito "importanti reperti, tra i quali urne e sarcofagi"
Come si può chiaramente notare dalle
parole (in grassetto), lo scrivente non aveva le idee tanto chiare riguardo la
topografia della zona.
Infatti gli scavi si stanno svolgendo alle Pinacce, ed è questa località il fulcro della questione attuale, il (Podere Le Tombe) , si trova in ben altra località, distante qualche chilometro, tale (Podere Le Tombe), e' si, una zona archeologica, ma non a niente a che vedere con gli attuali scavi e ritrovamenti in oggetto.
E per poi dirla tutta, Sarcofagi ed urne, in quel punto del pianoro, ne sono stati trovati parecchi, ed uno anche dentro la Tomba dipinta, quindi non corrisponde a verità nemmeno la seconda parte del discorso in questione.
Insomma una grande confusione, non si capisce bene lo scrivente cosa vuol dimostrare con certe frasi intersecate e intricate, sembrerebbe quasi un tentativo di affrettata e confusa difesa, nei confronti delle nostre rivendicazioni.
Il paragrafo seguente fa sempre parte del documento “Prot. N° 6560”:
“La tomba è venuta alla luce in
un'area già nota in dettaglio; da sempre (ben prima delle presunte segnalazioni
dei Sigg. sunnominati, visto che esistono relazioni di scavo pubblicate nel
Bollettino dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica del 1836, del 1840 e nel
Corpus Inscriptionum Etruscarum, nn. 1421-31) è nota l'esistenza di tombe
nell'area, come rivela lo stesso toponimo "Podere Le Tombe" e da almeno 15 anni
è stato in pratica individuato persino l'allineamento preciso degli ipogei: ed è
proprio questa la ragione per la quale l'area è stata sottoposta a vincolo ai
sensi della L. 1089/1939, con Decreto del 3.2.1984, e per la quale vi si
conducono scavi sistematici (nel 1955-56, nel 1965 e negli anni '80 condotti da
questa Soprintendenza; successivamente, dal 2000, condotti a spese
dell'Amministrazione Comunale di Sarteano che ha ottenuto regolare concessione
dal Ministero).
La necropoli, poi, ed in particolare l'area nella quale i Sigg. De leso,
Pellegrini e Romagnoli postulano l'esistenza del sepolcro del Lucumone Pursina,
a parte qualche sporadico oggetto è prevalentemente di IV sec. a. C; quindi è
praticamente una mera utopia volervi ritrovare (e ricercare, ammesso che andare
alla caccia di uno specifico sepolcro sia scientificamente ammissibile e
corretto nell'ottica della tutela di un sito archeologico) il sepolcro di un
Lucumone morto alla fine del VI sec. a. C! Senza considerare che le dimensioni e
l'imponenza supposte per tale monumento sepolcrale sia dalle fonti antiche che
dagli studi moderni, mai potrebbero trovar posto nella conformazione geologica e
topografica del costone collinare in corso di scavo al momento.”.
Come si potrà notare dalle parti evidenziate in grassetto, in questo paragrafo viene fatta ancora una grossa confusione, confondendo i ritrovamenti e le date, riguardanti la località (Podere Le Tombe), con quelli invece della questione in corso, cioè (Località Pianacce) dove è in atto la campagna di scavo.
Infatti, le date in grassetto si riferiscono (se non erro) a ritrovamenti effettuati in passato nella zona archeologica del (Podere Le Tombe), che come abbiamo detto, è del tutto fuori dalla nostra questione attuale.
La frase: “Dal 2000, condotti a spese
dell'Amministrazione Comunale di Sarteano che ha ottenuto regolare concessione
dal Ministero” invece si riferisce alla zona giusta (Le Pianacce), ma è
intersecata in un discorso che parla di una diversa zona.
Nella località (Pianacce), (se non erro) esistono “documentati ufficialmente”,
circa 2 interventi di ricerca, uno dei quali effettuato dal dott. Guglielmo
Maetzke nell'anno 1954-1956, e tale intervento si riferisce allo svuotamento e
ripulitura della tomba (gia profanata), al margine destro del PIANORO in
questione, denominata anche (Tomba di Famiglia di S. Giuseppino), a sinistra
della quale (in tutto il Pianoro), sono avvenuti appunto gli scavi (in
questione) .
Per quanto riguarda poi “le mie
scoperte fortuite”, l'argomento è già noto alle Autorità competenti, le quali
hanno avuto modo tramite “decreto di archiviazione”, di confermare il fatto che,
durante il mio operato non sono stati commessi reati, tanto meno “Ricerche sul
terreno non autorizzate”.
Per il semplice motivo che le mie ricerche Storico / Scientifiche, sono avvenute
nel pieno rispetto delle leggi, e le SCOPERTE si sono verificate tutte “durante
la elaborazione dei dati cartografici e storici”, e quindi in maniera casuale, e
quasi “virtuale”.
"IL LIBRO INDAGATO":
Tutto il materiale raccolto mi
permise di suddividere la descrizione del territorio, in questione in 14 zone
"di interesse Scientifico e Storico", elaborando tali dati, e vedendo mappe
cartine e topografia, sono saltate fuori per (logica intuizione), parecchie
scoperte.
Mi ero reso conto, che potevo facilmente "ed è stata una cosa puramente casuale"
individuare i punti (con una precisione quasi centimetrica), dove a rigor di mia
logica si sarebbero dovute trovare, parecchie "sepolture", ancora da portare
alla luce.
Unendo il mio spiccato intuito "ereditario" per l'individuazione di siti
Archeologici, alla grande quantità di informazioni acquisite attraverso le
ricerche sopra citate, ho deciso poi di descrivere nel LIBRO in questione, non
solo i punti visibili, già alla luce, ma anche quelli ipotetici ma quasi
sicuramente precisi "ancora nascosti", indicando anche l'ipotetica Sepoltura del
Famoso Re Etrusco PORSENNA, individuazione avvenuta unendo le leggende paesane,
ai testi Varroniani, e parecchie deduzioni fatte da me stesso.
E' durante questa fase che mi resi conto (del fatto), che non avrei mai potuto
far pubblicare un libro del genere, il motivo ? Semplice chiunque avesse quel
libro a portata di mano sarebbe potuto andare ad eseguire scavi abusivi con una
"mappa" precisa e facile da interpretare, e quindi la Tutela del Patrimonio
doveva ad ogni costo essere garantita.
26-02-2004: Lettera da parte del
Sindaco.
Il sindaco Dionori di Sarteano mi manda una lettera, lamentandosi per gli
“attacchi” che secondo Lui io facevo in alcune riviste e quotidiani, e forum
internet, alla Soprintendenza locale.
E con la minaccia di procedere d'ufficio se avessi continuato.
Ma vogliamo scherzare…. E la libertà di pensiero, e quella di opinione, e i
diritti del cittadino??
Qui fino a prova contraria le scoperte da noi fatte sono “reali precise e sono
già in parte già venute alla luce”, quindi se qualcuno tenta di portarci via il
titolo di scopritori, mi pare ovvio che noi ci difendiamo, visto e considerato
il fatto che abbiamo 8 kg di documentazione che provano ciò.
08-08-2004- Invio dell'esposto alla
Procura della Repubblica di Montepulciano:
Abbiamo consegnato alla Procura un esposto, dove "in parole brevi” si chiede
alla Procura di poter essere dichiarati “Scopritori Ufficiali”, tramite una
sentenza del Giudice.
Il nostro intento e quello di tentare la via della legge, visto che la
Soprintendenza non ci vuol sentire, e non se ne parla nemmeno del fatto di poter
essere dichiarati Scopritori da Loro.
06-06-2005 Ritiro del decreto di
archiviazioni del nostro esposto.
Purtroppo, ma (era prevedibile) il caso è stato archiviato, con le seguenti
motivazioni:
Il caso riguarda procedure prettamente civilistiche, e quindi un tribunale
penale non poteva farci niente “in tale esposto chiedevo alla Procura se un
giudice avesse potuto emanare una sentenza dove ci avrebbe dichiarati scopritori
ufficiali dei suddetti reperti Archeologici”.
07-06-2005 Presi contatti con un grosso Studio di Avvocati Amministrativi Civilisti di Milano, dopo la consegna dei 600 fogli di carta che descrivono la vicenda, e dopo la loro visione da parte di esperti, lo Studio ci risponde non ci sono problemi, l'unico inconveniente sarebbe la distanza per poter operare nella nostra zona.
Nel frattempo cerchiamo di mantenerci
presenti attraverso alcuni articolo sui giornali locali e non. L’intento è
quello di tentare di diventare scopritori, perlomeno Scientificamente.
Una volta ottenuto il riconoscimento Scientifico, saremmo già a metà dell'opera.
19-08-2005 Inviato sollecito al
Ministero “Direzione generale”, Soprintendenza Firenze, Procura della Repubblica
e Soprintendenza locale di Chiusi Dott. Mario Iozzo
Nelle raccomandate si sollecita il riconoscimento per le nostre scoperte del
1995, e si sottolinea come fino ad oggi non ci sia stato dato nessun cenno di
tali meriti.
27-08-2005 Ricevuta risposta al
sollecito inviato il 19-08-2005 "il quale sollecitava il riconoscimento per la
scoperta delle Tombe Etrusche in località Pianacce a Sarteano (Si)", la scrive
la Soprintendente per la Toscana Dr.ssa G. C. Cianferoni.
La lettera replica in pratica le risposte che abbiamo ottenuto fino ad oggi, ma
i punti in questione si sono ridotti a solo tre.
Secondo la Soprintendente, noi avremmo fatto delle "ricerche non autorizzate e
senza avvertirne il proprietario del terreno, in oltre dice che "le zone erano
gia note", e che le nostre furono supposizioni.
La nostra vicenda si fa ancora più lunga:
Nonostante le tante controversie, e
lettere che ci siamo scambiati con i vari organi competenti, ancora si vuol
insistere sui soliti punti, utilizzati, come motivazione per negarci ancora , i
nostri legittimi titoli , riconoscimenti, e meriti di Scopritori.
Tutto questo, nonostante che, (in varie occasioni), abbiamo dimostrato, di
essere in possesso di una copiosa documentazione, con la quale, (in qualsiasi
sede), noi saremmo in grado di smentire le affermazioni, con le quali, la
Soprintendenza in questi anni a sempre preso posizione nei nostri confronti.
Cercheremo adesso di spiegarLe in
modo semplice e chiaro, quali sono i punti della Sua nota, a noi inviata, i
quali non avendo riscontro nella realtà dei fatti, debbano in ogni caso essere
considerati smentiti, o comunque da non potersi utilizzare nell'intento, di
negare qualcosa "per le cui".
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Il primo punto: "secondo la normativa vigente, il premio di rinvenimento spetta in caso di "scoperta fortuita" di un bene archeologico mobile o immobile (e non di apposite ricerche, le quali devono essere sempre e comunque autorizzate preventivamente dal Ministero ed essere integrate anche dall'autorizzazione scritta dei proprietari dei terreni ad effettuare ricognizioni sulle loro proprietà)
Il decreto di archiviazione della Procura della Repubblica del 20-09-1995 (Allegato 5), nella sua sentenza, parla chiaro, le indagini preliminari hanno stabilito che in tutta la nostra vicenda non avevamo commesso nessuno dei seguenti tipi di reato: "ne diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, abuso della credulità popolare, tentativi di truffa e violazione delle norme per la tutela delle cose d’interesse artistico e storico (artt.657.56.640.661 C.P e Legge 1 giugno 1939 n. 1089".
Appare dunque chiaro che tale sentenza, smentisca l'ipotetica accusa di aver effettuato "ricerche archeologiche non autorizzate", tutte le nostre ricerche sono state infatti Storiche e Scientifiche, e sono servite solo ed esclusivamente "come conferma anche la Procura nelle sue relazioni", alla scrittura dei testi del nostro libro, il quale raccontava dei segreti nascosti nelle terre del Re Porsenna, avvalendosi soprattutto, dei racconti, storie e leggende di vecchi abitanti delle campagne Sarteanesi, di lettura e traduzione di alcuni testi del Varrone.
Le vere (scoperte fortuite) sono
avvenute, infatti, durante l'elaborazione delle mappe da me disegnate su base
topografica, e l'individuazione (puramente casuale) delle precise locazioni
delle sepolture in questione, è avvenuta a casa mia, sul tavolo dove erano stesi
tutti i fogli che avrebbero composto il libro.
L'unica ricognizione avvenuta sul terreno è stata quella di una passeggiata
innocua, e non certo con l'intento di scrutare e sondare il terreno al fine di
individuare "tombe etrusche", (come invece sembra voler affermare la sua nota).
Non credo neppure, sia stata Sua intenzione, quella di mettere in dubbio il lavoro svolto dalla Procura in questione di proposito.
Evidentemente non era a conoscenza della sentenza di cui Le ho appena parlato.
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Non va dimenticato in oltr l'Art.33 della Costituzione Italiana: " L’arte e la
scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento" la ricerca scientifica e
storica fanno parte della SCIENZA, e quindi non costituiscono REATO.
******************
Va ricordato inoltre che dopo la nostra denuncia di scoperte fortuite, chiedemmo ufficialmente al Ministero una concessione di SCAVO, attraverso la quale volevamo dimostrare, che le nostre non erano SUPPOSIZIONI, ma certezze.
Non ci fu concessa: rispondendo che non eravamo una università, e nemmeno un ente qualificato ad effettuare ceri tipi di lavori.
Tali certezze, si sono comunque concretizzate! Infatti gli scavi eseguiti dal Gruppo Archeologico locale, riportarono alla luce, negli esatti punti da noi indicati le Tombe (beni immobili), con al loro interno alcuni reperti, (beni mobili), quindi, quando le precise indicazioni, vengono confermate, dalla reale esistenza dei beni, la SUPPOSIZIONE (da noi mai fatta in quanto "noi supponiamo" non lo abbiamo mai detto), decade comunque inevitabilmente.
Sempre a prova del fatto che le nostre furono tutte "affermazioni" e non supposizioni, riporto una frase contenuta, nel verbale di sopralluogo del 27.9.1995 (Allegato 3) : "All'uscita del corridoio gli esponenti indicano con l'indice più volte fotografato l'esistenza del perimetro della tomba mausoleo".
Lo scopritore è letteralmente "chiunque scopre un tesoro nascosto (codice civile), il fatto che il tesoro sia o no, al momento visibile, non deve influire sull'importanza della scoperta.
E la fiducia, da parte delle istituzioni (alle quale lo scopritore segnala l'evento), che deve essere buona, altrimenti può essere scambiato (l'evento steso), per una "supposizione", solo però fino al momento dello scavo, quando diventa "realtà", e quindi certezza.
Ed è altrettanto vero, il fatto che lo scopritore non può (onde mostrare a chi percepisce la segnalazione), scoprire, ne in ogni modo portare alla luce il bene individuato, in quanto commetterebbe un reato.
Spetta quindi a chi ha ottenuto regolare concessione, il compito di togliere la "terra" e vedere quindi la sostanza, la forma e l'entità del bene scoperto.
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Secondo punto: "la scoperta deve riferirsi ad un bene mobile o immobile ben definito e non all'identificazione o alle ipotesi di identificazione".
Ed, infatti, la nostra scoperta si riferiva esattamente a beni "mobili ed immobili ben definiti", quali (Tombe etrusche con all'interno eventuali reperti Archeologici), c'era solo un piccolo particolare, "per vederle bisognava togliere la terra che le ricopriva", e questo di certo non era compito nostro, in quanto la legge ce lo vietava.
In quanto all'aggettivo "ben definiti", noi avremmo voluto fornire, (durante i sopralluoghi indetti dalla Procura), anche le misure, quali grandezze lunghezze e profondità, ma non fu fatto, per mancanza di tempo, ed anche per non fornire dettagli troppo precisi, e quindi difficilmente interpretabili, se non si fosse capito bene come noi li ottenemmo a suo tempo.
Un altro importante particolare da
aggiungere:
le nostre non erano "supposizioni", ma esatte segnalazioni, i punti da noi
indicati con precisione, ed il dito indice puntato verso il basso, furono più
volte fotografati durante i sopralluoghi, con la Procura, dei tanti testimoni
presenti, ed alla presenza dell'Ispettore Onorario della locale Soprintendenza.
Noi abbiamo usato convinzione e fermezza indicando tali punti, senza mai parlare di "supposizioni", ne usando mai la parola forse, eravamo, sicuri e convinti di certe affermazioni, gli scavi eseguiti dal Gruppo Archeologico locale, in tali località, confermarono pochi anni fa, che non erano supposizioni, ma certezze.
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Terzo punto: "le aree in questione erano già note".
Non vedo il valore pregiudicante di tale affermazione, tutti sanno che Sarteano è un paese circondato da "aree archeologiche già note", lo dimostra il fatto che i Conti ed i Marchesi, a loro tempo facevano scavare le Tombe agli operai, certo ancor prima della legge del 39, in tutto il circondario comunale.
Dunque: se la maggior parte delle aree che circondano il mio Paese, sono già note, "cosa che tutti sanno", questo sta a significare che le (scoperte fortuite) non valgono, o comunque non sono valide? e questo quindi :"da nessuna parte" ?
A noi non risulta, che nelle normative e decreti legislativi in vigore, si escludano i riconoscimenti, quando certe aree sono già note, o per lo meno non se ne parla.
E' ovvio in oltre, che la maggior parte delle scoperte debbano per logica, avvenire in aree archeologiche, per il semplice motivo, che al di fuori delle stesse, e molto difficile trovare sepolture importanti, salvo in qualche sporadico caso isolato.
In fine non vorrei insistere troppo su questo argomento, per il semplice motivo che, se ben ricordo: "ZONE ARCHEOLOGICHE", non si può costruire e ne edificare, mentre invece a pochi metri da quella "zona archeologica in questione", è stata costruita addirittura una zona industriale, ed ancora più vicino, a pochi metri dagli scavi attuali, due ville private, una delle quali, sopra Tombe etrusche già aperte in antico, nelle quali uno di noi tre, di persona da ragazzino andava a giocare prima della costruzione di tale villa.
Quanto detto sopra, si può verificare facilmente con un semplice sopralluogo, (sempre che il padrone dell'edificio in questione), non le abbia volutamente ricoperte , comunque sia, sappiamo mi il punto preciso della loro locazione.
03-11-2005: Inviato esposto che
smentiva la lettera della Soprintendenza alle stesse sedi, e fatto un comunicato
stampa a tutte le testate giornalistiche.
In tale lettera ufficiale, spiegavo e smentivo alla Soprintendenza il fatto che
non abbiamo mai fatto ricerche archeologiche non autorizzate, mandandole come
prova il decreto di archiviazione il quale confermava cio che io affermo con
questa lettera.
28-11-2005: risposta alla smentita di
qui sopra:
La Sopr. Cianferoni risponde con una lettera sintetica contenete queste parole:
"non ho nulla da aggiungere a quello che ho gia detto nella precedente lettera".
01-12-2005: Esposta una denuncia al Mediatore Europeo per i diritti del cittadino, la denuncia riguarda la famosa lettera della Soprintendenza, la quale afferma e ci incolpa di aver effettuato ricerche non autorizzate.
22-12-2005: Fatto un esposto alla Procura di Montepulciano, indirizzato al Procuratore dove si dice del comportamento della Soprintendente, la quale ci accusa di un reato non commesso.
25-12-2005: Risposta da parte
del Mediatore Europeo del Tribunale per l’Europa.
Il Mediatore mi ha risposto con raccomandata dicendomi che ha assegnato al mio
caso un numero di fascicolo, e se la denuncia andrà avanti e quindi la
commissione decidesse di risolvere in caso, sarò avvertito al più presto.