Le stigmate

Le stigmate sono senza dubbio tra i misteri più antichi della religione Cristiana. Il termine deriva etnologicamente dalla parola greca "stigma", che tradotto letteralmente vuol dire "marchio". Con il termine stigmate si indica tutta una serie di piaghe che all'improvviso si manifestano sulle mani, i piedi, nel costato e sulla fronte, in genere tali segni si verificano su persone che dedicano tutta la propria vita per realizzare le opere di Dio. Questi "marchi", infatti, sarebbero un segno divino, simili alle piaghe inflitte a Gesù Cristo prima e durante la sua crocifissione. I casi di persone stigmatizzate dall'inizio del cristianesimo sono stati numerosi, ne sono stati contati circa 350, ma solo in un caso il mondo ecclesiastico ha riconosciuto tale fenomeno come soprannaturale e divino, quello di San Francesco d'Assisi; fu il primo a portare le stigmate sul proprio corpo pe roltre due anni, fino alla sua morte.

In alcuni santi le piage delle stigmate, pur non essendo mai state ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, sono state una grossa calamita per fedeli e non, anche quando si trattava di "stigmate invisibili". E' questo il caso di Santa Teresa d'Avila, che portò i segni misteriosi addirittura sul cuore: sul suo corpo non vi fu alcun segno di lacerazione per tutta la vita, ma lei scrisse in una composizione di "avere le stigmate impresse nel cuore", non segni mistici, ma ferite vive, squarci aperti e dolorosi. Dopo la morte, il suo corpo fu sottoposto ad autopsia, e sul cuore furono effettivamente trovate cinque ferite, come lei stessa le aveva descritte. Secondo i medici, una sola di quelle lacerazioni sarebbe bastata per provocare una morte pressoché immediata. Santa Teresa convisse con quelle cinque piaghe sul cuore per ben 23 anni.

Anche di recente si sono manifestate le stigmate, e il caso più celebre è senza dubbio quello di Padre Pio. Il Frate di Pietralcina ha ricevuto i segni divini a 31 anni, nel 1918, mentre si trovava nel convento di San Giovanni Rotondo. Le stigmate si manifestarono in forma mistica il 5 agosto, ma divennero visibili solo il 20 settembre. Egli stesso descrisse l'evento in un suo diario:

"Mi trovavo seduto in coro, dopo la celebrazione della Santa Messa, quando venni sorpreso da un torpore simile a un dolce sonno. Mentre ero in quello stato, vidi dinnanzi a me un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 di agosto, ma questo aveva le mani e i piedi che grondavano sangue. La sua vista mi atterrì. Mi sentivo morire, e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il mio cuore che sobbalzava nel petto. Quando il misterioso personaggio se ne andò, mi ritrovai con le mani, i piedi e il costato traforati che grondavano sangue. Temo di morire dissanguato, se il Signore non ascolta i miei gemiti e non toglie da me queste ferite. Mi lasci pure il dolore e lo strazio, ma mi tolga questi segni esterni, che mi sono di confusione e umiliazione indescrivibili e insostenibili."

Padre Pio, dunque, non temeva il dolore delle piaghe, ma tutto ciò che esse comportavano: assalto dei giornalisti, scherno di alcuni confratelli (i quali credevano che si potesse auto-infliggere le lacerazioni) e infiniti esami medici, che mai riuscirono a spiegare quelle ferite vive e sanguinanti per cinquant'anni, né tantomeno poterono spiegare la loro improvvisa scomparsa alla morte del frate: sul corpo di Padre Pio, dopo il decesso, non restò alcuna cicatrice.

Ai giorni nostri molti sono gli stigmatizzati (o i presunti tali). La più attendibile sembra essere Natuzza Evolo, di Paravati, in Calabria. Le sue stigmate sono molto simili a quelle di Padre Pio, ma più profonde e più evidenti, soprattutto quelle delle mani, dove ogni anno il sangue disegna degli strani simboli a forma di croce. Nei suoi momenti di trance, inoltre, Natuzza Evolo, che non ha frequentato alcun tipo di scuola (neanche quella elementare) è in grado di parlare le lingue più strane di questo mondo, dal russo all'aramaico, tutto in presenza di specialisti ed esperti.

Come già detto, però, la Chiesa difficilmente si è esposta su questo argomento, proprio perché il fenomeno delle stigmate è troppo complesso perché gli si possa dare una spiegazione certa. La scienza, invece, non sembra avere dubbi: i parapsicologi giudicano le stigmate dei fenomeni isterici frutto di autosuggestione, e definiscono il problema con il termine "ideoplastia", cioè una modellatura (dal grego "plassein") ottenuta da un'idea ("eidos", immagine). Ancora una volta, dunque, è aperto il dibattito tra scienziati e credenti. Chi avrà ragione?