1901-2000: segnalazioni di UFO-Crash 
1907   Burlington, Vermont USA
1908 30 Giugno Tunguska, Siberia URSS
1909 22 Dicembre Chicago USA
1923   Quetta Pakistan
1925   Chevy Chase, Maryland USA
1925 Settembre-Ottobre Polson, Montana USA
1936   Foresta Nera Germania
1938 Estate Czernica Polonia
1941 Primavera Cape Girardeau, Missouri USA
1941 4 Luglio Tinian Island Oceania
1942   Georgia USA
1945   Mataquescuintla Guatemala
1946   Magdalena, New Mexico USA
1946 9 Luglio Lago Barken Svezia
1946 10 Luglio Bjorkon Svezia
1946 18 Luglio Lago Mjosa Svezia
1946 19 Luglio Lago Kolmjarv Svezia
1946 16 Agosto Malmo Svezia
1947   Gennaio Papagos Riserva Indiana, Arizona USA
1947 Maggio Spitzbergen Norvegia
1947  31 maggio Socorro, New Mexico USA
1947     Luglio St. Joseph, MO USA
1947 4 Luglio Roswell, New Mexico USA
1947 5 Luglio Piana di San Augustin, New Mexico Stati Uniti
1947 31 Luglio Maury Island, Tacoma, Arizona Stati Uniti
1947 13 Agosto Hopi Reservation Stati Uniti
1947 Ottobre Paradise Valley, Arizona Stati Uniti
1947 20 Ottobre San Diego Stati Uniti
1948   Kingman, Arizona Stati Uniti
1948 13 Febbraio Aztec, New Mexico Stati Uniti
1948 March 25 White Sands, New Mexico Stati Uniti
1948 7/8 Luglio Laredo/confine con il Messico USA/Messico
1948 Agosto Laredo, Texas Stati Uniti
1949   Roswell, New Mexico Stati Uniti
1949 Agosto Valle della Morte, California  Stati Uniti
1950 Gennaio Mojave Desert, California Stati Uniti
1950   Birmingham, Alabama USA
1950   Bahia Blanca Argentina
1950 10 Maggio El Indio/Guerrero area Tra il Texas e il Messico
1952 Giugno Spitzbergen Norvegia
1952 Luglio Washington, DC  
1952 Agosto Stato dell'Ohio Stati Uniti
1953   Brady, Montana Stati Uniti
1953 20 Maggio Utah Stati Uniti
1953 20/21 Maggio  Kingman, Arizona Stati Uniti
1953 Estate Fort Polk, LA Stati Uniti
1954 Primavera Mattydale, Stato di New York Stati Uniti
1955 Luglio Vestra Norrland Svezia
1957 14 Settembre Ubatuba Brasile
1959 21 Gennaio Gdynia Polonia
1957 17 Sette Amsterdam Olanda
1960 Marzo New Paltz, NY Stati Uniti
1961   Timmensdorfer Germania
1961 28 Aprile Lago Onega  URSS
1962   Otero County, New Mexico Stati Uniti
1962 18 aprile Las Vegas, Nevada  Stati Uniti
1963 16 Luglio Charlton, Wiltshire Inghilterra
1964 Febbraio/Marzo Penkridge  Inghilterra
1964 13 Aprile Londra Inghilterra
1964 10 Dicembre Fort Riley, Kansas Stati Uniti
1965 Gennaio San Miguel Argentina
1965 9 Dicembre Kecksburg, Pennsilvanya USA
1965 17 Dicembre Llandegla Galles
1966 Giugno/Luglio Topolevka, Ovest Siberia URSS
1967 17 agosto   Sudan
1967 6 Ottobre Shag Harbor Canada
1968 12 Febbraio Orocue Colombia
1968 25 Marzo   Nepal
1969 Marzo Sverdlovsky URSS
1970 7 Ottobre Lai  Ciad
1971 Estate Elk Mountain, Wyoming USA
1972   Rossendale Valley Inghilterra
1972 7 Aprile   Nuova Zelanda
1974   Detroit, Michigan USA
1974 Gennaio Cannock Chase, Staffs Inghilterra
1974 23 Gennaio Llandrillo Galles
1974 Maggio Ramstein AFB Germania
1974 17 Maggio Chili, New Mexico USA
1974 2 Luglio Santa Catarina Brasile
1974 15 Luglio   Spagna
1974 25 Agosto Chihuahua Messico
1974 9 Novembre Carbondale, Pennsylvania USA
1974   Savona, Liguria Italia
1975   Stato della Pennsylvania USA
1975 Estate Millard, Nebraska USA
1976   Stato di New York USA
1976 14 Febbraio Cubatao  Brasile
1976 Marzo Simi Valley, California USA
1976 12 Maggio Deserto australiano Australia
1977   Ovest dell'Australia  
1977 5 Aprile Xenia, Ohio USA
1977 Luglio Minley Manor Woods  Inghilterra
1977 17 Agosto Tabasco Messico
1977 Settembre Ocotillo, California USA
1978   Isola di Wight Inghilterra
1978 Gennaio McGuire AFB, New Jersey USA
1978 6 Maggio Tarija Bolivia
1979 12 Febbraio Pocono Mts. Pennsylvania USA
1979 24 Febbraio Stacksteads Lancs Inghilterra
1979 27 Giugno Confine tra Oregon e Idaho USA
1979 21 Agosto La Paz Bolivia
1979 25 Novembre Grays Harbor, Washington USA
1980   Massachusets USA
1980 26 Dicembre Rendlesham Forest Inghilterra
1981 22 Agosto   Argentina
1982 12 Gennaio Atlantic City, New Jersey USA
1983 12 Gennaio Gallup, New Mexico USA
1984 19 Febbraio Coca Falls Porto Rico
1984 Dicembre Nullarbor Plain Australia
1986 29 Dicembre Dalnegorsk, Siberia  URSS
1987 12 Novembre Mansfield Inghilterra
1988 26 Dicembre Dayton, Ohio USA
1989 7 Maggio Deserto del Kalahari Sudafrica
1989 16 Settembre Zaostrovka URSS
1990 22 Agosto Ebenezer, P.E.I. Canada
1990 2 Settembre Megas Platanos  Grecia
1991 1 Gennaio Golfo Persico  
1991 Agosto/Settembre Tien-Shan Russia
1992 24 Novembre Long Island, NY USA
1992 14 Dicembre Stato dell'Arizona USA
1993 Luglio Ascoli Piceno, Marche Italia
1993 Novembre Fylingdales, Yorks Inghilterra
1994 6 Marzo Monte Mutria, Molise Italia
1994 15 Maggio Kharkov Ucraina
1994 31 Ottobre Hepton Hill  Inghilterra
1995 17 Agosto   Argentina
1995 15 Settembre   Lesotho
1995 28 Settembre   Israele
1995 5/7 Dicembre   Somalia
1996 14 Gennaio New Orleans USA
1996 20 Gennaio Varginha Brasile
1996 28 Gennaio Monte Popocatépetl Messico
1996 15 Febbraio Isola di Jura Scozia
1996 30 Marzo Hoosier National Park, Indiana USA
1996 Maggio Boyle Irlanda
1996 23 Giugno Stato dell'Arizona USA
1996 3 Ottobre El Paso, Texas USA
1996 3 Otobre Simi Valley, California USA
1996 26 Ottobre Isole di Lewis Scozia
1996 21 Novembre Annecy Francia
1996 29 Novembre Franklin, Ohio USA
1996 19 Dicembre   Cina
1997 15 Marzo Wegorzewo Polonia
1997 5 Maggio   Porto Rico
1997 18 Giugno Cumpas, Sonora Messico
1997 1 Luglio Teresopolis Brasile
1997 9 Ottobre El Paso, Texas USA
1997 17 Dicembre Rogersville, Missouri USA
1998 8 Gennaio Kennewick, Washington USA
1998 12 Gennaio Rocky Mountains, Colorado USA
1998 18 Gennaio Vechne Ucraina
1998 27 Gennaio Breckenridge, Colorado USA
1998 27 Gennaio Hanna, Wyoming USA
1998 22 Febbraio   Porto Rico
1998 1 Marzo Bonnybridge Scozia
1998 18 Marzo Nei pressi di Khartum Sudan
1998 11 Luglio Azle, Texas USA
1998 5 Agosto Tracy, California USA
1999 9 Ottobre Sao Felix do Xinguh, Stato del Parà Brasile
1999 7 Dicembre Guyra, NSW Australia
2000 25 Gennaio   Argentina
2000 5 Maggio Munchengladbach Germania

 

 

 

1901-2000: un secolo di UFO-crash

Prima e dopo Roswell: recuperi e insabbiamenti?

di Antonio Manera 

Il fenomeno degli oggetti caduti dal cielo non è certo una novità dell'ultimo secolo, si potrebbe andare molto indietro nel tempo per trovare nelle cronache eventi che sembrano avere delle analogie con i moderni UFO-crash. Notizie interessanti sono state trovate negli archivi dei quotidiani del XIX secolo, che riportano notizie di "cadute dal cielo" già nel 1864, ma soprattutto nel 1897, durante l'ondata di avvistamenti che interessò gli Stati Uniti in quel periodo. Vanno ricordati quelli segnalati il 17 aprile di quell'anno a  Kalamazoo, nel Michigan, e a Aurora, in Texas. Nel primo caso la notizia, riportata anche da alcuni giornali europei (in Italia, La Nazione), si riferiva ad un oggetto lungo circa 35 metri e dalla forma sigariforme che sarebbe esploso in aria. I frammenti metallici sarebbero stati raccolti al suolo: matasse di filo di rame aggrovigliate e contorte, schegge d'acciaio, i resti di quello che sembrava un propulsore e una specie di elica metallica parzialmente fusa. Ad Aurora (vedi) un oggetto si sarebbe schiantato su un mulino, e il cadavere dell'occupante, un piccolo umanoide, seppellito nel cimitero locale. Le ricerche su questa vicenda, riprese da alcuni ufologi a partire dal 1960, non hanno portato a molto, anzi il caso è indicato come un possibile falso.  

Prima di Roswell

Molti ricercatori ritengono di aver trovato notizie di cadute di UFO anche all'inizio del XX secolo, negli anni 30 e negli anni della seconda guerra mondiale. Per alcuni anche la distruzione della Tunguska, in Siberia, nel 1908 è da considerare un UFO-crash. Questa sorprendente ipotesi fu avanzata dall'ingegnere sovietico Alexander N. Kazantsev già nel 1946. Secondo Kazantsev, l'esplosione era stata provocata da un enorme ordigno a propulsione nucleare, creato da un'intelligenza esterna al nostro pianeta. Teoria, però, difficilmente dimostrabile. Ciò che andremo ad analizzare, in particolare, sono quegli eventi che hanno interessato i militari, con interventi di recupero dell'oggetto. L'opinione prevalente è che l'incidente di Roswell fu il primo di questo genere, ma non tutti sono d'accordo. Leonard Stringfield, ex funzionario dei servizi segreti dell' USAF e massimo conoscitore di casi di UFO precipitati, ha reso noti diversi episodi avvenuti, per lo più, tra il 1940 e il 1945.

1941: Cape Girardeau Missouri

L'ex militare addetto del servizio di sicurezza dell'USAF Raymond Fowler informò Stringfield che nella primavera del 1941 un UFO era precipitato al suolo vicino a Cape Girardeau, nel Missouri. La fonte d'informazione di Fowler era Charlotte Mann, nipote di un testimone, il reverendo battista William Huffman. Stringfield contattò la Mann per avere maggiori informazioni. Questa gli  rivelò che una sera, dopo le 21, suo nonno, il reverendo Huffman, ricevette una telefonata dal dipartimento di polizia, in cui gli veniva detto che un aereo era precipitato alla periferia della città, e lui avrebbe dovuto recarsi sul posto per prestare eventualmente aiuto. Poco dopo vennero a prenderlo con un'automobile. In seguito, alla sua famiglia raccontò che era stato condotto in auto a una ventina di chilometri dalla città. Parcheggiarono le macchine sul ciglio della strada e camminarono per una ventina di metri fino a un campo dove si vedeva qualcosa bruciare. Si trattava di uno strano velivolo: era rotto e con vari pezzi sparsi in giro, ma uno di questi era particolarmente grande e sembrava avere una forma arrotondata senza margini né giunture. Se ne riusciva a vedere una sezione all'interno, con una sedia di metallo, un pannello, un gran numero di quadranti e strumenti di misura: niente che fosse familiare a Huffman. Gli uomini stavano già esaminando scrupolosamente ogni cosa. C'erano alcuni funzionari di polizia, gente in borghese e militari. Furono tirati fuori dal velivolo tre corpi non umani. Il reverendo disse le preghiere per loro e poté vederli da vicino, ma non li toccò. Non capì che cosa li avesse uccisi perché non sembravano avere alcun segno e non erano ustionati. Erano coperti dalla testa ai piedi da qualcosa che sembrava un foglio di alluminio spiegazzato. C'erano parecchie persone con le macchine fotografiche che scattavano foto di ogni cosa. Due uomini in borghese sollevarono uno degli omini, tenendolo sotto le braccia. Poi uno dei militari parlò con il reverendo Huffman e gli disse che per motivi di sicurezza non doveva riferire a nessuno ciò che aveva visto. "Quando ritornò - disse Charlotte Mann a Stringfield - mio nonno spiegò che cosa aveva visto a mia nonna, a mio padre Guy, e allo zio Wayne, ma tutti mantennero il segreto, perché mio nonno aveva dato la sua parola. Mia nonna disse che non toccò mai più quell'argomento". Huffman, quindi, rispettò gli ordini ma mostrò alla sua famiglia una foto che era stata scattata. "Di quella foto ricordo un uomo minuscolo - disse la Mann - poteva essere alto un metro e venti, aveva una grossa testa e lunghe braccia. Era magro e apparentemente non aveva una struttura ossea, sembrava molle. Era privo sia di capelli che di peli, e aveva grandi occhi ovali, leggermente sghembi ma non come quelli degli orientali, da sinistra a destra, bensì dall'alto in basso. Non aveva orecchie e il naso era diverso dal nostro. Sembrava sostituito da due piccoli buchi. Al posto della bocca si vedeva una piccola linea diritta. La sua pelle o i suoi indumenti sembravano fogli di carta stagnola e lo ricoprivano interamente. Credo che avesse tre dita, tutte lunghe, ma non lo so per certo".      

Uno dei primi controlli effettuati da Stringfield ebbe lo scopo di stabilire se la fotografia vista da Charlotte Mann fosse identica a un fotomontaggio realizzato per scherzo in Germania nel 1950, che mostrava alcuni uomini in cappello e cappotto che reggevano un minuscolo uomo argentato. Le due foto non erano affatto simili, come confermò la Mann. Se questo episodio si verificò realmente, è lecito domandarsi perché nessun altro testimone si è fatto avanti. Erano stati tutti diffidati dal farlo? In ogni caso, Stringfield rimase colpito. "Dopo aver parlato più volte di quell'episodio al telefono con Charlotte, apprezzavo sempre di più il suo modo di rispondere alle mie domande", concluse. " A me sembrava sincera."

1942: Nord della Georgia

Secondo un'altra delle fonti di Leonard Stringfield, un velivolo sconosciuto sarebbe precipitato durante l'estate del 1942 in una zona nel Nord della Georgia. La fonte della notizia, nota con lo pseudonimo di Mary Nunn, all'epoca prestava servizio in un importante distaccamento civile di uno dei due eserciti.  La Nunn dichiarò che un'astronave era precipitata presso una base militare, causando danni più rilevanti a un edificio che non alle proprie apparecchiature. Descritta genericamente come un oggetto di forma rotonda, l'astronave misurava 4 metri e mezzo di larghezza e 3 di altezza ed era divisa in tre sezioni principali: una cabina di comando, uno scompartimento con quattro sedili e un vano sul fondo dotato di una botola per l'uscita. Nella cabina di comando c'erano un'ampia finestra e un gran numero di finestrini laterali. Il velivolo era color argento e si notavano dei segni sia all'interno che all'esterno. C'era anche un equipaggio: quattro esseri trovati vivi che, però, a quanto pare, morirono di fame due settimane dopo. Erano alti un metro e mezzo, il loro peso si aggirava sui 40 chili, avevano la pelle bianco latte priva di peli. Le caratteristiche del volto vengono descritte in modo abbastanza generico: occhi grandi e neri come quelli di un insetto, orecchie piccole, labbra a fessura. Le dita, cinque, erano lunghe e ossute; i piedi, piatti, misuravano circa 15 centimetri e il solo alluce era di circa 6 centimetri. Avevano denti bianchissimi, larghi e corti. 

Stringfield chiese altre informazioni sul tipo di propulsione dell'astronave, sul modo di comunicare di quegli esseri, senza però ottenere risposta...  

Gli informatori di Frank Scully

La lista dei casi segnalati è lunga già prima del 1947, tra l'altro, vanno ricordate anche le segnalazioni di misteriosi "razzi fantasma" di ignota natura e provenienza in Svezia e Norvegia nel 1946. È difficile ricordarli tutti e, soprattutto, appurarne la veridicità, trovando testimoni ancora in vita o documenti militari del periodo. Conviene quindi spostare la nostra attenzione sul fenomeno delle "cadute" a partire dal 1947, fino ad arrivare ai giorni nostri. Come vedremo, oltre a quello Roswell si sarebbero verificati nel corso degli anni altri eventi. A tutt'oggi si è parlato di quasi una settantina di casi (di cui oltre 40 in USA). Si tratta di storie meno conosciute e documentate di Roswell, in alcuni casi di semplici voci su cui si è speculato, insomma di eventi la cui la scarsità di notizie non rende possibile un giudizio definitivo sulla realtà dell'accaduto.

Negli anni immediatamente successivi al caso Roswell, tra il 1947 e il 1950, il sud-ovest degli Stati Uniti (e in particolare il New Mexico) è stato continuamente  al centro di "voci" di nuovi incidenti, mai comunque veramente accertate. Il primo divulgatore di UFO-crash fu il giornalista Frank Scully. Scully il 12 ottobre 1949 sulla rivista "Variety" scrisse che almeno tre dischi volanti precipitati per avaria erano in possesso del governo americano. Gli oggetti erano stati recuperati unitamente ai cadaveri dei loro occupanti, piccoli esseri umanoidi, e trasferiti per studio in basi segrete dai comandi militari statunitensi. Scully rivelò queste informazioni attribuendone la paternità ad un certo "professor Gee". Nel libro, il "professor Gee.", viene descritto come uno scienziato impegnato a definire il funzionamento degli apparati dei velivoli incidentati. Gli oggetti si erano schiantati al suolo nella primavera-estate del 1948 in prossimità di Aztec (New Mexico), non lontano dagli impianti atomici di Los Alamos, e in due altre località dell'Arizona (una imprecisata e l'altra nella Paradise Valley, nei pressi di Phoenix nell'ottobre 1947). Il "professor Gee." aveva fornito accuratissimi dettagli sulla struttura interna ed esterna degli apparecchi, rispettivamente di 33/24 e 12 metri di diametro, ipotizzando che fossero propulsi da qualche forma di energia elettromagnetica. I comandi USA si sarebbero trovati a disposizione in tutto ben 34 cadaveri (sedici nel primo apparecchio, altrettanti nel secondo e due nel terzo), tutti di piccola statura. In seguito si è scoperto che alla base delle notizie attribuite alla fonte "dottor Gee" vi erano, in realtà, delle rivelazioni fatte a Scully da diverse persone da lui conosciute. Leo GeBauer era uno studioso specializzato in magnetismo che sosteneva di conoscere uno di quegli scienziati impegnati a scoprire i segreti tecnici del disco volante caduto a Aztec. Questo ricercatore, secondo l'ufologo Steinman, era il dottor Carl Heiland, un’autorità nel campo degli studi sulla geofisica e sul magnetismo. GeBauer e Heiland si conoscevano dagli anni Trenta, avendo lavorato nell’ambito di comuni progetti di ricerca sul magnetismo terrestre, dai quali acquisirono una notorietà che anni più tardi valse loro l’ingaggio nel segreto programma militare noto come "Magnetic Aerial Detection", volto al rilevamento dei sommergibili nemici. L’applicazione in ambito civile di questa tecnologia radioestesica si rivelò particolarmente proficua nel campo della prospezione petrolifera; di qui l’incontro fra GeBauer e l’imprenditore petrolifero Silas Mason Newton. Fu Newton il  primo a informare Frank Scully di ciò che sapeva. Scully ebbe poi modo di parlare anche con GeBauer, il quale gli riferì maggiori dettagli sull’operazione di recupero descrittagli da Heiland oltre che sugli altri scienziati coinvolti: Vannevar Bush, Lloyd Berkner, Detlev Bronk. 

Evidentemente, per motivi di sicurezza Scully aveva deciso di indicare con lo pseudonimo del "Dr Gee" l'origine delle sue informazioni, ma queste, in realtà, venivano da Newton e GeBauer che a loro volta riportavano le testimonianze di persone che avrebbero preso parte a quegli eventi... Newton però sarebbe venuto allo scoperto, confermando, nel corso di una conferenza tenuta presso l’università di Denver, nel marzo del 1950, le rivelazioni fatte a Scully. Nel 1952, un giornalista di True Magazine, J. P. Cahn, conducendo un'inchiesta sul "magnate del petrolio" Silas Mason Newton e sullo "scienziato magnetista" GeBauer scoprì che erano in realtà volgari truffatori. Leo GeBauer e il suo amico Newton, avevano imbrogliato alcuni uomini d'affari, vendendo loro un fantasioso metodo per trovare pozzi di petrolio con le microonde, ed erano stati condannati per truffa. Newton e GeBauer vennero presentati all’opinione pubblica come dei mentitori e frodatori. Ma erano dei veri truffatori o solo delle vittime del discredito perpetrato a chi forniva rivelazioni sugli cadute degli UFO ? Newton riferì molti anni più tardi ad un ristretto gruppo di amici, che, effettivamente, si era trovato esposto per lungo tempo a pressioni e persecuzioni d’ogni sorta. Sicuramente una simile sorte è toccata a Frank Scully. Lo scrittore, prendendo a cuore la vicenda, un po' ingenuamente, aveva iniziato ad accusare apertamente il Governo degli Stati Uniti di aver occultato tutto, ma anche di aver gestito il recupero dei dischi in modo sbagliato, smontando gli oggetti precipitati, impedendone così la riparazione e il collaudo. I suoi articoli e il volume Behind the Flying Saucers non sarebbero passati inosservati, da un lato l'atteggiamento dei primi  studiosi e sostenitori della questione UFO, che assunsero una posizione estremamente cauta e critica sull'argomento, dall'altro lo stupore del pubblico rimasto sconcertato di fronte a rivelazioni così incredibili, per non parlare dell'evidente imbarazzo degli ambienti militari. In effetti, il libro creò noie all'USAF. A Dayton il colonnello Harold E. Watson, capo del servizio segreto per l'AMC, decise di porre fine alle chiacchiere intorno ai dischi. "Non sono che un mucchio di assurdità", dichiarò in un'intervista concessa a Bob Considine dell' International News Service. La reazione delle autorità militari a queste imbarazzanti notizie sarebbe stata immediata. Frank Scully viene considerato da molti come il primo ricercatore che ha combattuto contro il cover-up con conseguenze disastrose sulla sua carriera. Fino a quel momento popolare ed affermato scrittore, fu accusato di leggerezza per aver riportato notizie di seconda mano, bollato di sensazionalismo, smentito e ridicolizzato. 

L'UFO-crash di Aztec

Ma le ricerche di Scully non sarebbero rimaste vane: nei primi anni Ottanta, sull'onda delle notizie emerse sull'incidente di Roswell, si ritornò a parlare anche del caso di Aztec. Nel 1986 fu pubblicato un libro, UFO Crash at Aztec - A Well Kept Secret (l'incidente di Aztec - un segreto ben custodito), scritto da William S. Steinman con la collaborazione dell'ex tenente colonnello dell'USAF Wendelle C. Stevens, che tentava di ricostruirne la storia. Steinman e Stevens sostengono che dopo la parziale fuga di notizie dell'evento di Roswell, il Governo degli Stati Uniti si era ben organizzato. L'argomento era di tale importanza che gli ordini vennero direttamente dal Presidente Truman, che creò un gruppo composto da politici e militari di più alto grado per gestire e coprire ogni informazione sugli UFO. La situazione era complessa, gli Stati Uniti erano nel caos amministrativo poiché stavano uscendo da una struttura di comando industriale di tipo militare per passare a una struttura civile, ma i militari erano ancora al comando e volevano mantenere il controllo almeno fino a quando non avessero capito cosa stava succedendo. In quel periodo il Segretario di Stato era il generale Marshall, un generale a cinque stelle, così  i militari nominarono una rappresentativa del complesso industriale militare che essi controllavano: generali, ammiragli e alcuni scienziati che avevano lavorato alla preparazione del piano industriale. Questi uomini erano designati a unità operativa per fronteggiare eventuali nuovi incidenti. E qualcosa di nuovo accadde. Il 25 marzo del 1948 tre diversi radar - tra cui un radar sperimentale molto potente - captarono un oggetto non identificato nei cieli a sud-est degli Stati Uniti. Quando le onde radar lo individuarono, l'UFO sembrò perdere il controllo e cominciò a scendere rapidamente. I radar lo seguirono e riuscirono a determinare con una certa precisione il luogo in cui era caduto. Subito si scatenò un frenetico via vai di telefonate, per comunicare alle autorità governative e all'Esercito la notizia. In pochi minuti fu informato il generale Marshall. Questi chiamò il Presidente Truman e le massime autorità dell'Esercito, che affidarono a Marshall la direzione dei lavori per il recupero dell'UFO e degli eventuali superstiti. "Fu subito messo in atto il piano della rappresentativa del complesso industriale militare", sostiene Wendelle Stevens. "Tutti i generali, gli ammiragli, gli avvistatori e gli scienziati furono contattati e fu loro ordinato di recarsi alla base del Colorado, dove furono prelevati e portati sul posto dell'atterraggio. Tutta questa gente doveva arrivare sul posto per vedere di persona come fosse un velivolo alieno e per avvisare direttamente (per telefono) il generale Marshall". Il generale Marshall incaricò il professor Vannevar Bush perché scegliesse in breve tempo un'equipe di scienziati specializzati in varie discipline, che potessero analizzare i resti del disco volante caduto. Mentre il professor Bush organizzava la sua équipe, un gruppo di elicotteri dell'IPU (Interplanetary Phenomenon Unit), di base a Cam Hale, volava incessantemente sopra il disco volante, che era caduto in un piccolo campo di una zona poco popolata. La missione degli IPU era quella di aspettare finché non fosse arrivata l'équipe di riconoscimento e di recupero dell'oggetto, indicare loro le strade secondarie da imboccare per passare inosservati, e impedire che qualunque intruso si avvicinasse. 

Seguendo le indicazioni fornite da Scully, Steinman riuscì a individuare la zona del presunto crash: un desertico altipiano roccioso posto a ridosso dell’Hart Canyon, dodici miglia ad est di Aztec. Nel 1948 l'area in questione era intestata a un certo Harold Dunning, proprietario di un ranch e unica presenza umana della zona. Tuttavia, anche negli anni Ottanta, a molti anni dall'accaduto, i tentativi di ottenere informazioni dall’ex ranchman, ormai ottantenne, o dai famigliari di questi, si sono rivelati vani, scontrandosi in un diniego che, secondo Steinman, era la conseguenza del ricordo di pesanti condizionamenti psicologici all’epoca subiti dai militari, dati dall’imposizione del silenzio per "dovere patriottico". 

Per ordine del Segretario di Stato, il luogo dove era precipitato l'UFO fu confiscato ai padroni e divenne proprietà dello Stato: il terreno fu recintato e riempito di cartelli di divieto di accesso per evitare che chiunque vi potesse penetrare. Sul luogo arrivarono tre grandi camion, carichi di ogni tipo di materiale per il recupero, e il gruppo di scienziati, tutti perfettamente istruiti sulla delicatezza della loro missione. Una volta verificato che la nave non emetteva alcuna radiazione pericolosa, si avvicinarono e cominciarono un'accurata analisi della parte esterna. L'oggetto era rimasto in gran parte integro e giaceva a terra in una posizione un po' inclinata. L'attenzione degli scienziati  venne richiamata dal fatto che l'apparato, un disco molto appiattito di circa 30 metri di diametro, dava l'impressione di essere costituito da un solo pezzo, senza giunture di alcun tipo. Presentava oblò o finestrini formati da un materiale diverso che, pur sembrando metallico, era trasparente. Gli scienziati osservarono attentamente attraverso gli oblò. Nella sala principale, in cui si trovavano i pannelli di comando pieni di pulsanti e di oggetti simili ad orologi, si distinguevano perfettamente i corpi di due creature morte, inclinate sui pannelli e apparentemente bruciate o  molto scure di carnagione, quantunque non ci fosse fumo da nessuna parte. Di fronte all'impossibilita di penetrare all'interno della nave, in quanto non c'erano porte, e all'impotenza degli strumenti per la saldatura e la perforazione che non riuscivano a trapanare la parte esterna metallica, uno degli scienziati colpì con un martello di ferro uno degli oblò. Il finestrino cedette, aprendo un piccolo varco. Nel frattempo, gli altri scienziati avevano continuato a studiare il modo di raggiungere l'interno del disco, osservando minuziosamente attraverso gli oblò tutti i congegni di comando presenti nella consolle. Uno di essi vide su una delle pareti un pulsante che sembrava un comando per aprire una porta. Costruirono un grosso palo con il ramo di un pino rinvenuto vicino al disco, lo affilarono in punta e lo introdussero lentamente all'interno, fino a schiacciare il pulsante. La porta si aprì e gli scienziati poterono entrare all'interno dell'apparato. Ciascuno aveva un compito ben preciso secondo la loro propria specializzazione. Ad esempio, il dottor Detlev Wulf Bronk, fisiologo e biofisico famoso nel mondo scientifico, si occupò dell'analisi dei cadaveri. Successivamente, ordinò di prelevarli e di trasportarli fuori dalla nave, per poterli congelare, con le apparecchiature necessarie, al fine di conservarli. I dottori Berkner, Heiland e Hunsakeer, in accordo con la propria specializzazione, esaminarono i pannelli di comando e i piccoli cassetti incastonati nella parete, dai quali, a quanto pare, derivava tutta l'energia propulsiva della nave. L'idea a cui giunsero gli scienziati era che il sistema di propulsione della nave era dovuto ad un certo elettromagnetismo e non aveva niente di simile ai nostri motori. Nelle pareti si vedevano iscrizioni e alcuni pulsanti che si accendevano e spegnevano ritmicamente, ciò, evidentemente, indicava che quegli strumenti stessero ancora funzionando. Qualcuno riuscì ad aprire una porticina che conduceva ad una stanza interna, una specie di dormitorio dove gli scienziati ebbero un'altra sorpresa. Stesi al suolo, gettati su specie di cuccette che uscivano dalla parete, c'erano i cadaveri di 12 piccole creature, di circa 1,2 metri di statura, con la pelle bruciacchiata come i due cadaveri rinvenuti nella cabina di pilotaggio. Il dottor Bronk ordinò immediatamente di trasportarli fuori dalla nave, a terra, dove furono coperti da un telo prima di essere trasportati a Los Alamos. A quel punto il problema che gli scienziati dovevano affrontare era il trasporto del disco, di 30 metri di diametro.  Alla fine riuscirono a smantellare la nave: dopo aver analizzato attentamente il velivolo scoprirono alcune strane leve che si trovavano sulla parete a distanze fisse. Una volta mosse alcune di esse si notò che si apriva una specie di scanalatura che continuava verso il fondo, dalla parte della cabina. Azionando tutte le leve, il disco si smembrò in varie parti. Con estrema attenzione fu caricato su grossi camion e trasportato provvisoriamente alla base militare di Los Alamos, dove venne riassemblato e dove rimase per più di un anno. Quando fu ora di andarsene, il professor Bush fece molta attenzione a cancellare ogni indizio sul terreno dove l'UFO si era schiantato. Diede ordine di pulire completamente l'area, cancellando ogni traccia di olio o di grasso e non lasciandovi nemmeno una vite, né le orme delle ruote dei camion. Tuttavia, non riuscì a rimettere in piedi i pini sfrondati e gli arbusti sradicati dallo schianto dell'UFO, per cui circondò l'intero territorio con una rete metallica, che riempì di cartelli che dicevano esplicitamente "No entry. Federal property".

Critica all'opera di Steinman

Stevens e Steinman sostengono di aver rintracciato dei militari costretti al silenzio dai loro superiori per il fatto di aver partecipato a quegli eventi, e che avrebbero parlato solo a condizione che fosse mantenuto il loro anonimato. Analogo atteggiamento di reticenza, ispirato dal timore di ritorsioni di sorta, ha caratterizzato anche alcuni testimoni civili che avrebbero osservato il recupero del veicolo da lontano con unità operative e mezzi militari che si spostavano attraverso le strade di campagna. Un testimone ha raccontato di avere visto, fra il ’48 ed il ’50, un grande oggetto discoidale, provvisto di una cupola, transitare sull’area, preceduto da un forte rombo; il disco, che volava a bassa quota, evidentemente in avaria, avrebbe dapprima urtato la guglia di un monte, provocando una pioggia di detriti, per poi dirigersi a nord, verso l’Hart Canyon. Ulteriori contributi in merito al caso sono giunti da personaggi legati agli ambienti militari e di Intelligence statunitensi, ad esempio, l'ex maggiore Virgil Armstrong. Il problema del caso Aztec è che, a differenza del caso Roswell di cui esiste una notevole mole di testimonianze sia di civili che di militari, si poggia soprattutto su anonimi testimoni e sulle dichiarazioni dei cosiddetti "rivelatori", spesso contestati per le loro clamorose uscite, se non addirittura ritenuti strumenti della disinformazione, ma, in ogni caso, non da tutti  ritenuti come testimoni validi. Il difetto del libro di Stemman (ed in parte anche della stessa veridicità dell'incidente) è di essere purtroppo un semplice collage di queste voci, illazioni e indizi non sufficientemente suffragati da elementi inequivocabilmente probanti. Inoltre, bisogna tenere conto che gli unici che veramente avrebbe potuto chiarire qualcosa, il vecchio proprietario Harold Dunning e la sua famiglia, non hanno mai voluto parlare di quel fatto...    

Le dichiarazioni di Roher e le ricerche di Dorothy Kilgallen

Sulle orme di Scully altre persone negli anni Cinquanta sfidarono la politica del silenzio degli USA parlando di dischi volanti  caduti un po' in tutto il sud-ovest degli Stati Uniti. Ad esempio Joseph Rohrer, direttore di Radio Pueblo e presidente della "Pike's Peak Broadcasting Company", dichiarò alla stampa che tre dischi volanti furono costretti ad un atterraggio catastrofico da aerei militari americani, mentre sorvolavano lo Stato del Montana nel 1952. L'unico pilota extraterrestre sopravvissuto venne tenuto in vita per circa due anni in una enorme incubatrice costruita appositamente in California e trasportata in una località isolata. Per poter comunicare con l'essere spaziale, gli scienziati americani avevano fatto ricorso inizialmente ai disegni; poi alcuni linguisti riuscirono ad insegnargli a leggere ed a scrivere in inglese. Rohrer sostiene, inoltre, di essere entrato in uno dei dischi volanti recuperati, e ne descrisse le caratteristiche: aveva un diametro di trenta metri ed era diviso in varie sezioni. Le cabine dei piloti, erano spessi tubi cilindrici con coperchi ermetici ad entrambe le estremità. All'interno, l'atmosfera era un miscuglio di gas sotto pressione, che conteneva un trenta per cento di ossigeno e un settanta per cento di elio. Come forza motrice il disco utilizzava turbine elettromagnetiche, che creavano un campo magnetico enorme, generato da anelli rotanti, capace di lanciarlo a velocità incredibile. Le parole di Roher non hanno avuto seguito: nessun riscontro o testimonianza che avvalorassero le sue dichiarazioni. 

Un'altra persona che proseguì il lavoro di Scully fu Dorothy Kilgallen, giornalista e collaboratrice freelance del gruppo editoriale Hearst. Le indicazioni ricevute da Simon Mason Newton, portarono la Kilgallen all’identificazione del generale Marshall come principale coordinatore delle operazioni di recupero dei dischi, trovando una conferma nelle dichiarazioni che raccolse dal comandante in capo della RAF, il maggiore Lord Dowding. Secondo Dowding, il generale Marshall si era occupato anche del recupero di un oggetto caduto nel 1948 nel Messico settentrionale. L'intervento delle forze armate militari fu ufficialmente giustificato con l’intento di recuperare un "missile uscito di rotta". Nell'estate del 1981, alcune foto riportate sui media americani hanno contribuito per un po' a portare alla ribalta questo crash, che sarebbe avvenuto il 7 luglio 1948 in una località messicana a circa 45 km dalla città di Laredo. Nella foto si vede una sagoma umana riversa, faccia al suolo, e il braccio sinistro piegato che sembra presentare proporzioni anormali. Tra le ipotesi avanzate quella della scimmia della specie "rhesus" usata per i primi Foto del presunto alieno di Laredo: nel cerchio rosso si vedono degli occhiali esperimenti di lancio di missili in USA. Tuttavia, i razzi V-2 catturati alla Germania nazista, all'epoca usati dagli americani in Nuovo Messico a White Sands, avevano un'autonomia di 400 km, mentre la località messicana dista 1600 km, quattro volte tanto. Secondo un'altra ipotesi la foto si riferirebbe ad un incidente aviatorio occorso negli Stati Uniti orientali, ma resta il fatto che le proporzioni del cadavere carbonizzato sono decisamente strane. C'è però un particolare interessante che rende decisamente improbabile che si tratti di un cadavere alieno. In realtà, è stato obiettato, la foto non riproduce affatto un extraterrestre, ma un uomo comune. Lo dimostrerebbe la montatura metallica fusa di un paio di occhiali visibile accanto alla spalla del presunto alieno (vedi cerchio rosso), che difficilmente portava comuni lenti da vista terrestri. Qualcuno ha suggerito che se l'immagine fosse autentica sarebbe stato normale mettere vicino al corpo carbonizzato, per un raffronto dimensionale, un oggetto noto e di uso comune. La montatura, però, è sotto il cadavere e ciò rende il tutto decisamente poco plausibile... 

Gli anni Cinquanta

Circolano numerose altre storie di astronavi cadute sulla Terra negli anni Cinquanta. Ad esempio, solo tra il 1950 e il 1954 sarebbero precipitati negli USA ben 10 UFO. Di queste vicende si sa ben poco, a parte le solite e incontrollate "voci". Forse la causa di tutto è veramente la censura militare che dopo gli eventi degli anni Quaranta aveva impedito che queste notizie arrivassero al pubblico. Quantunque a prima vista possa sembrare strano che la maggior parte di episodi di questo tipo accada negli Stati Uniti, il fatto è spiegabile, in primo luogo perché gli investigatori che hanno raccolto questi dati erano inizialmente solo americani, e pertanto non avevano facile accesso agli avvenimenti di altri paesi. Inoltre, nei casi avvenuti nei Paesi del Terzo Mondo non esistevano (e in alcune parti neanche oggi) così tanti mezzi di comunicazione, e molti di questi eventi rimanevano sconosciuti. Questa spiegazione può essere più che accettabile, ma c'è un aspetto più importante che va analizzato: ammettendo che astronavi extraterrestri siano veramente presenti nella nostra atmosfera, perché cadono?  Ci si può lecitamente chiedere come fa una civiltà extraterrestre, evidentemente molto avanzata e in grado di superare le enormi distanze galattiche, ad arrivare sul nostro pianeta e schiantarsi al suolo. Come inesperti allievi-piloti perdono il controllo della nave, a volte si fanno abbattere dagli aerei militari e non sono nemmeno in grado di difendersi da piccoli meteoriti o da semplici temporali. Tale ragionamento ci porta al sospetto che intorno alla questione degli UFO-crash si sia sviluppata una serie inestricabile di notizie volutamente carenti o false, di malintesi ed equivoci, di esagerazioni e indicazioni false. Per riuscire a trovare delle certezze intorno a quest'argomento è necessario tenere conto dei luoghi in cui questi "incidenti" sono stati segnalati.  Diversi ricercatori sostengono che gli alieni provenienti da altre regioni del cosmo cercherebbero di entrare in contatto con le civiltà più avanzate, soprattutto con quelle che hanno un certo potere e dominio sul mondo intero. Questa ipotesi si regge sul fatto che molti di questi incidenti sono avvenuti in zone vicine a basi militari in cui si svolgeva (e si svolge) attività nucleare, sia di ricerca che di immagazzinamento. Il Governo americano si trovò ad affrontare il problema degli incidenti UFO negli anni Quaranta, subito dopo la seconda guerra mondiale, nel periodo del "Manhattan Project" e l'intensa sperimentazione di missili e radar del poligono di White Sands (New Mexico). "Luoghi come Maddalena, Socorro, Roswell - sostiene la giornalista e ricercatrice Linda Moluton Howe - sono tutti vicini a White Sands. Forse c'era qualcosa che il Governo americano stava portando avanti in quell'impianto che attirò l'attenzione di un'intelligenza non umana, che per ragioni che non comprendiamo fu indotta ad accelerare il proprio controllo, e forse accadde qualcosa che riguardò i nuovi potentissimi radar che gli americani stavano provando. Può darsi che i nostri meccanismi interferivano con la sofisticata tecnologia aliena: a volte può accadere che le cose più semplici danneggino le cose più complesse". Un'altra ipotesi, ancora più fantascientifica e inquietante, porta a ritenere che sia in corso una vera e propria guerra tra gli Stati Uniti e gli extraterrestri, con vittime da ambedue le parti. In questo senso gli UFO raccolti sarebbero stati abbattuti. È credibile questo scenario? Edward J. Ruppelt, capo del Project Blue Book, ammise che l'aviazione americana aveva aperto il fuoco, in diverse occasioni, contro i dischi volanti. L'indiscrezione è stata confermata anche da altri, ad esempio Leonard Springfield da fonti confidenziali venne a sapere che tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio dei Cinquanta (1952-53) fu emesso l'ordine di tentare di abbattere i dischi volanti. Fu sospeso perché c'erano stati diversi insuccessi, perdite di uomini e velivoli causati da questa strategia. Così dal 1953 il Governo cambiò metodo, limitandosi a intercettarli senza intervenire con le armi. Un'altra teoria, da non scartare, è che questi incidenti non si riferiscano a cadute di astronavi aliene ma proprio da attività militari segrete: test su nuovi velivoli, armi segrete ecc. Ciò renderebbe plausibile anche altri "interventi di recupero" avvenuti fuori dagli Stati Uniti, e in particolare in Paesi sotto l'influenza della NATO.     

In Europa: Helgoland e Spitzbergen

Secondo Wendelle Steven il Governo degli Stati Uniti avrebbe creato una squadra di intervento, situata in vari punti strategici, sempre pronta a intervenire in tutto il mondo in caso di nuove cadute. In base alle informazioni di fonte statunitense, acquisite da documenti ufficiali ottenuti tramite il "Freedom of Information Act" (FOIA), esisterebbe effettivamente in USA una vera e propria "Task Force" o forza di pronto intervento, che utilizza, fra l'altro, elicotteri militari scuri senza contrassegno, preposta specificamente e segretamente al recupero di UFO precipitati in tutto il mondo, qualora richiesto dalle circostanze. Se un oggetto alieno dovesse atterrare o cadere sulla Terra scatterebbe immediatamente un allarme e una squadra di specialisti arriverebbe immediatamente sul posto. Un'operazione di questo tipo sarebbe stata attuata in Germania (la data non è precisata, ma probabilmente all'inizio degli anni 50) per il recupero di un UFO con 7 piccoli occupanti morti. Questa storia raccontata dal Conte di Clancarty, ovvero l'ufologo Brinsley Le Poer Trench, nel suo Storia dei dischi volanti che cita a sua volta la rivista italiana Clypeus, ha come fonte originaria uno scienziato norvegese, il dottor Hans Larsen Loberg, che sarebbe stato chiamato per indagare sulla scoperta del disco. A suo dire, questa indagine ebbe luogo a Helgoland, un'isola fortificata nel Mare del Nord, appartenente alla Germania. L'oggetto venne scoperto durante la bassa marea: la cupola sporgeva dall'acqua. Era un disco rotondo, dal diametro di circa trenta metri e dall'altezza di ventitré. Il colore esterno era simile a quello dell'alluminio, ma, in seguito, attraverso prove effettuate in laboratorio, si scoprì che si trattava di una sostanza a noi sconosciuta, sebbene avesse approssimativamente la stessa leggerezza dell'alluminio. Questa sostanza venne sottoposta a prove di fusione, e i risultati furono sorprendenti: resisteva facilmente a temperature superiori agli 8.000 gradi centigradi, senza dare neppure il minimo segno di fusione. Il disco era tutto di un pezzo, e non presentava tracce di bulloni o di saldature. La cabina dell'oggetto era ermeticamente chiusa, e quando gli scienziati riuscirono ad entrare, notarono che in uno degli scompartimenti c'erano letti simili ai lettini portatili di un'ambulanza. Quando passarono nel locale accanto, videro sette "esseri umani", quasi ammucchiati l'uno sull'altro perché il disco era inclinato da una parte. Erano tutti morti. "Io stesso ed altri scienziati ritenemmo che la loro età fosse all'incirca fra i venticinque ed i trent'anni - ha dichiarato Loberg - Erano tutti gravemente ustionati. Erano alti approssimativamente un metro e ottantacinque, ed i loro denti erano di perfezione considerevole". Un'altra fonte su questo caso è la testimonianza di Robert Dean, ex  Magg. Resp. Ufficio informazioni dello SHAPE, il comando supremo delle forze alleate in Europa. Dean sostiene che lo stato Maggiore della NATO decise di avviare il programma europeo di studi sugli UFO, e il rapporto finale intitolato "The Assestment" (La Valutazione) fu completato nel 1964. Dean fu affidato allo SHAPE nel 1963, il suo primo incarico fu presso l'ufficio informazioni. C'era uno studio in corso classificato "Cosmic", cioè coperto dal massimo livello di segretezza, che era stato avviato nel 1961 per verificare se esisteva una minaccia nei confronti delle forze militari alleate. Tale studio era stato reso necessario perché alla fine degli anni '50 c'erano stati incidenti ad alta quota causati da questi oggetti nell'Europa Centrale. L'idea iniziale era che quei dischi fossero nuove armi sovietiche, ma non era così. Tra i documenti dello SHAPE c'era anche un allegato che si riferiva al caso di Helgoland. "Il disco - sostiene Dean - aveva il diametro di 30 metri e lo spessore di 5 metri. All'operazione di recupero partecipò un battaglione del Genio dell'esercito inglese e i tecnici, in qualche modo, riuscirono a capire come smontarlo. Penetrarono all'interno del velivolo e lo suddivisero in varie sezioni che trasportarono su furgoni. Da quanto ho appreso lo consegnarono agli americani". Al contrario di Loberg, Dean parla del ritrovamento di 12 cadaveri, descritti come "piccole creature grigie, con grandi teste". 

Un altro UFO sarebbe stato stato individuato e recuperato in Norvegia, sull'isola di Spitzbergen (tra l'altro luogo che viene indicato come sede di altri incidenti prima del 1947) nel giugno del 1952. Un team sarebbe giunto sul luogo e avrebbe recuperato il relitto. Tre anni dopo un giornale norvegese riportava delle dichiarazioni di esponenti dello Stato Maggiore norvegese che evidenziavano il fatto che era un mezzo "costruito da nessuna nazione sulla Terra". Tuttavia, il rapporto desunto dall'indagine scientifica fatta sul velivolo non è mai stato reso noto, tanto da far sospettare che anche questo caso sia un falso.  

Dorothy Kilgallen ha reso noto un altro presunto caso di crash europeo . La notizia trasmessa in America nel maggio 1955, attraverso l'ufficio londinese dell'International News Service, indicava che un disco atterrato era stato esaminato da scienziati ed esperti dell'aviazione inglese. Ecco l'articolo della Kilgallen. "Londra, 22 maggio. Posso riferire oggi un fatto indubbiamente spettrale, per non dire agghiacciante. Gli scienziati e gli aviatori inglesi, dopo aver esaminato i rottami di una misteriosa nave volante, si sono convinti che questi stranissimi oggetti aerei non sono illusioni ottiche o invenzioni sovietiche, ma dischi volanti provenienti da un altro pianeta. La fonte delle mie informazioni è un funzionario inglese, a livello del Governo, che preferisce rimanere sconosciuto. 'Noi crediamo, sulla base delle indagini svolte fino ad ora, che l'equipaggio dei dischi sia composto da uomini assai piccoli... probabilmente di statura inferiore al metro e venti. È spaventoso, ma non è possibile negare che i dischi volanti provengano da un altro pianeta'. Questo funzionario ha citato le affermazioni di diversi scienziati, secondo i quali un veicolo volante di questo tipo non può assolutamente essere stato costruito sulla Terra. Il governo britannico, a quanto ho appreso, tiene segreto un rapporto ufficiale sulle indagini relative al disco volante, probabilmente perché non vuole spaventare l'opinione pubblica. Quando mio marito (Richard Killmer, produttore di Brodway e commentatore alla radio, n.d.w) ed io arrivammo qui per una breve vacanza, non avevo idea che mi sarei presto trovata in piena controversia circa la reale esistenza o meno dei dischi volanti. Negli Stati Uniti sono già state avanzate spiegazioni di tutti i generi. Tuttavia, nessun funzionario responsabile dell'Aeronautica americana ha ancora dichiarato che le misteriose navi volanti provengono dallo spazio".  

Kecksburg 1965

Un disco volante è veramente precipitato in Inghilterra? Oppure l'articolo della Kilgallen si riferisce anch'esso al caso di Spitzbergen o ad un altro evento ancora? Si noti che le "voci" inerenti a questi eventi si aggrovigliano tra loro, generando una sindrome perversa da cui spesso non si riesce a risalire alla fonte della notizia: è l'accusa che, non a torto, viene mossa dagli scettici che parlano di leggende metropolitane o di truffe alimentate dagli ufologi. Questo può valere per alcuni casi, ma non sempre le cose stanno così. Ad esempio, rispetto a Spitzbergen, più interessante, per la maggior quantità di testimonianze, è l'evento di Kecksburg, una piccola località rurale della Pennsylvania. La sera del 9 dicembre 1965 un corpo incandescente  sorvolò le case della città, e gli abitanti udirono uno scoppio simile ad un tuono. Sul posto arrivarono ben presto dei veicoli militari. Il bosco nel quale l'oggetto sarebbe caduto venne ermeticamente recintato e un autocarro percorse le strade di Kecksburg prima di entrare, sotto cospicua scorta militare, nel territorio sbarrato. Ne uscì coperto da un tendone che nascondeva  un grosso carico lungo diversi metri. Agli abitanti di Kecksburg venne detto che si trattava di un semplice meteorite. La stampa si occupò solo di sfuggita del fatto. Il giorno dopo sul giornale locale, The Tribune­Review, apparve un breve articolo dal titolo: "L'esercito sbarra il territorio: un oggetto non identificato è precipitato presso Kecksburg". Nessun altro articolo fece seguito nei giorni successivi a quel primo annuncio. Se ne è tornato a parlare solo molti anni dopo: nel 1990 l'emittente americana NBC ha mandato in onda, nell'ambito della serie Unsolved Mysteries (misteri irrisolti), un servizio interamente dedicato all'evento di Kecksburg. Dopo questa trasmissione furono scoperte oltre cento persone che, in un modo o nell'altro, avevano avuto a che fare con la caduta dell'oggetto. Le testimonianze furono raccolte e coordinate da Stanley Gordon, direttore della sezione MUFON della Pennsylvania. I testimoni confermarono che a Kecksburg erano giunti rappresentanti dell'esercito, della marina e dell'aeronautica degli USA, nonché funzionari della NASA, che si dettero in gran da fare per mettere tutto a tacere e far sparire al più presto ogni traccia dell'accaduto. L'oggetto era caduto nel bosco ed era parzialmente coperto dalla terra. Uno dei testimoni, un certo James Romansky, sostiene che l'oggetto era costellato di strani segni e geroglifici, ma non sembravano caratteri cirillici e nemmeno ideogrammi cinesi. Molti testimoni, all'insaputa l'uno dall'altro, hanno inviato a Gordon dei disegni fatti a memoria di ciò che avevano visto. In larga parte si somigliavano: raffiguravano un oggetto bronzeo lungo 4-5 metri e largo 3-4, di forma simile a una ghianda.      

Satellite artificiale o astronave che fosse, l'oggetto, sarebbe stato localizzato durante la caduta dai radar, e nascosto grazie al rapido intervento di unità speciali dell'esercito. Inizialmente fu portato alla vicina Base Aeronautica Lockborne, a Columbus (Ohio) e poi messo al sicuro in un hangar della Wright-Patterson. Tutto ciò è confermato da due testimoni: il militare Robert Adams e il commerciate di materiali edili John Cummings. Adams prestava servizio presso la Base Aeronautica Lockborne. Il giorno dopo la caduta dell'oggetto, la mattina del 10 dicembre, venne incaricato di svolgere  servizio di guardia con un drappello di soldati a un hangar della base. Adams e gli altri uomini di guardia ebbero l'ordine di aprire il fuoco su qualunque persona non autorizzata che si avvicinasse troppo o tentasse di entrare nell'hangar. Il militare vide arrivare un automezzo pesante che trasportava un carico voluminoso, lungo parecchi metri, che all'inizio non riusciva a vedere bene perché coperto con un telone. Il convoglio era scortato da un buon numero di altri veicoli militari. L'oggetto nascosto sotto il telone era "grande almeno il doppio di un maggiolino Volkswagen". Adams venne a sapere in seguito che la destinazione del "carico" era la Base di Wright-Patterson. John Cummings sostiene che l'11 dicembre nella sua ditta si presentò un ufficiale di alto grado che gli ordinò 6500 mattoni per la costruzione - per conto della base della Air Force - di un hangar "sicuro dalle radiazioni". Il giorno dopo Cummings, insieme a un cugino, si recò alla base Wright-Patterson. Parcheggiarono l'automezzo Ricostruzione dell'oggetto visto da Cummings alla base di Wright-Pattersone scaricarono i 6500 mattoni sotto gli occhi dei soldati di guardia. I due notarono un hangar circondato dal drappello di guardia. Cummings, incuriosito, in un momento di distrazione delle guardie, si avvicinò all'hangar e diede un'occhiata all'interno. Nel locale c'era un oggetto color bronzo scuro, a forma di campana, del diametro di circa 5 metri e alto circa 4; l'oggetto era celato per tre quarti da alcune tende e intorno ad esso c'erano dieci-quindici uomini che indossavano tute di protezione e maschere antigas. Sembrava che stessero tentando di aprirlo. Scoperto dalle guardie, Cummings fu trascinato via con forza. Rimproverato e minacciato, gli  fu poi raccomandato di dimenticare tutto e di non riferire mai a nessuno quello che aveva visto. "Alla fine - dice Cummings - ci confidarono che entro vent'anni quel 'coso volante' sarebbe diventato un oggetto di normale uso quotidiano".   

Dalla descrizione di Cummings non si può escludere l'ipotesi di un nuovo progetto dell'Aeronautica, di un apparecchio sperimentale o di un satellite sovietico precipitato. Se si fosse trattato di un satellite artificiale, l'impatto non doveva essere stato molto violento perché in questo caso sarebbe rimasto gravemente danneggiato, mentre l'oggetto di Kecksburg, stando alle testimonianze, era quasi del tutto integro. Di sicuro non era  un meteorite, data la sua forma, anche se questa fu la versione ufficiale data dalle autorità. Per quanto riguarda l'ipotesi dell'astronave extraterrestre c'è da dire che al contrario di molte altre storie analoghe, qui ci sono parecchi testimoni che hanno visto precipitare l'oggetto, ma, stranamente, mancano le speculazioni sulla presenza di cadaveri extraterrestri. 

Anni Sessanta e Settanta: dal FOIA

Il crash di di Kecksburg si basa sulle testimonianze degli abitanti e di alcuni militari, esistono però numerose altre "cadute" di cui si è venuti a conoscenza tramite documenti ufficiali ottenuti con il FOIA ("Freedom of Information Act", Legge per la libertà di informazione). Si ha così notizia della caduta dallo spazio di un corpo metallico cubico a 50 miglia da Khartum, in Sudan, il 3 agosto 1967; e di altri quattro corpi metallici precipitati in un luogo non ben identificato tra le montagne del Nepal, nel marzo del 1968. Il personale militare degli Stati Uniti sarebbe intervenuto il 1 agosto del 1970 per recuperare in prossimità di Lai, nel Ciad una sfera luminosa, forse i resti di un satellite. Diversamente, le ricerche sarebbero state negative per un altro crash avvenuto il 6 maggio 1978 a Padcaya, in Bolivia (sul confine argentino). Secondo il ricercatore Jacques Vallée un grande oggetto luminoso si era schiantato sulle montagne della zona a 13.000 piedi di altezza. Tuttavia, il gruppo di scienziati e militari inviati sul luogo per recuperarlo non riuscirono a trovarlo, anche a causa delle pessime condizioni meteorologiche. Non si sa con precisione cosa sia avvenuto né se, con successive ricerche, il Governo degli Stati Uniti sia riuscito a recuperarlo. 

Gli anni Ottanta: Dalnegorsk e deserto del Kalahari

Strane cadute sono state registrate anche in Unione Sovietica. Il ricercatore Illobrand von Ludwiger riferisce un interessante caso avvenuto il 29 gennaio 1986. Gli abitanti di Dalnegorsk, piccola città siberiana nei pressi di Vladivostok, hanno avvistato un globo di luce rossa, proveniente da sud-ovest che si dirigeva ad elevata velocità sul monte Isvestkovaja, alto 611 metri. Pochi secondi dopo andava a sbattere contro le rocce del monte, provocando una frana di pietrisco. La sfera rossa non esplose dopo l'impatto: per quasi mezz'ora tentò di riprendere quota, diventando ogni volta più incandescente e inviando a terra raggi di luce intensissima. Alla fine il piccolo l'oggetto è esploso precipitando al suolo e continuando a bruciare per alcune ore, finché tutto quel che ne rimase non fu che un grumo di metallo e un mucchietto di cenere. Sul luogo sarebbero intervenuti, insieme a del personale militare, degli scienziati di diverse facoltà universitarie sovietiche che dopo i necessari accertamenti hanno portato via tutte le prove materiali rimaste sul posto. Gli esami - tra cui spettroanalisi, osservazioni al microscopio elettronico e ai raggi X - hanno rivelato che si trattava di materiali assolutamente insoliti. Il dott. A.Kulikov dell'Istituto Chimico di Vladivostok ha dichiarato: "Ci è impossibile capire di che cosa si tratti, anche se ricorda un po' i cristalli di carbonio, ma le condizioni nelle quali si forma, ci sono sconosciute. Forse sono temperature estremamente elevate a produrre sostanze simili". E il chimico F.V. Vysotsky, pure di Vladivostok, dovette ammettere: "È senza dubbio un prodotto di alta tecnologia di provenienza extraterrestre". 

Qualcosa, forse, è avvenuto anche in Sudafrica. La "voce" riguarda la caduta di un oggetto nel deserto del Kalahari nel 1989. La notizia resa nota anche da documenti ufficiali (ritenuti dei falsi), si riferisce ad un abbattimento di un oggetto discoidale sconosciuto. I documenti militari rivelano che il velivolo entrò nello spazio aereo del Sudafrica alle 13- 45 del 7 maggio 1989 e fu intercettato da due jet da combattimento Mirage. Poiché il velivolo non diede risposta, a uno dei piloti fu dato l'ordine di attaccare. L'UFO, dopo essere stato colpito dal Mirage con un'arma sperimentale, si schiantò al suolo. L'ufologo inglese Anthony Dodd sostiene che dopo il recupero lo scafo venne trasportato in una base segreta dell'Aeronautica. All'arrivo alla base si scoprì che una porta era stata parzialmente aperta su un lato del velivolo. Fu portata sul posto una pompa idraulica e la porta venne forzata. Qualche secondo dopo, due alieni vennero fuori dallo scafo barcollando e uno di essi sembrava gravemente ferito. Furono trasferiti immediatamente ad un centro medico dove un Team di medici cercò di assisterli. Le autorità che erano sul posto entrarono nell'UFO e trovarono all'interno simboli simili a geroglifici, oltre a vari congegni elettronici che furono rimossi dallo scafo. Nel frattempo il Team reclutato dagli Stati Uniti era arrivato sul luogo e così il velivolo più gli alieni sarebbero stati presi a bordo di un Galaxy CC e trasferiti alla base aerospaziale di Wright-Patterson per effettuare ulteriori analisi.

Gli anni Novanta: cadute in Sudamerica?

Oggi si ritiene che il crash del Kalahari sia un falso, forse costruito dai Servizi Segreti USA a fini disinformativi o contro-informativi. La ricercatrice Cynthia Hind ritiene che seppure siano documenti di dubbia provenienza non possono essere ignorati. L'evento, vero o falso che sia, è d'altronde del tutto conforme alle informazioni desunte dai documenti declassificati tramite il "Freedom Of Information Act" (FOIA), secondo cui esisterebbe, dislocato in varie parti del mondo e con la collaborazione attiva di personale militare NATO, un gruppo specializzato per eventuali operazioni di "intervento e recupero". Tali operazioni sarebbero state effettuate negli anni Novanta nei Paesi del Centro e Sudamerica, interessati tra l'altro, dalla ondata di avvistamenti più duratura di questo periodo. Ad esempio l'isola di Porto Rico, piena di installazioni militari statunitensi, è stata teatro di diverse segnalazioni, l'ultima nel 1998. Ma probabilmente il caso più famoso è quello di Varginha (vedi), in Brasile: diversi testimoni  hanno parlato di piccole creature catturate nel gennaio del 1996 dalla polizia militare brasiliana. Le spiegazioni date dalle autorità brasiliane nel 1999 (una delle "creature" sarebbe un malformato) non hanno affatto convinto gli ufologi che si sono occupati del caso. Il caso Varginha fu presentato a l'8 giugno 1996, durante il 14° Convegno brasiliano di ufologia scientifica, a Curitiba (Paranà). Gli ufologi brasiliani Rodrigues e Pacaccini esposero i risultati dei primi mesi di ricerca. Gli ufologi, attraverso canali confidenziali, avrebbero scoperto che dopo l'avvistamento delle strane creature, alcuni militari dell'Aeronautica statunitense avevano effettuato continui controlli sui cieli di Minais Gerais con l'ausilio di satelliti, a causa della grande frequenza di avvistamenti in quel periodo. I militari nordamericani avevano avvertito le autorità brasiliane spingendole a predisporre delle ricerche: il che fu fatto dai satelliti del Cindacta II e Curitiba. Il 19 e il 20 gennaio 1996, il sistema di vigilanza dei satelliti USA avrebbe identificato un corpo estraneo che sarebbe entrato nell'atmosfera terrestre in direzione del Brasile. Da qui la sollecitazione delle autorità nordamericane alla Difesa aerea Brasiliana di allertarsi. Un radar di Belo Horizonte (il Cindacta II) a sua volta avrebbe captato la traiettoria dell'oggetto in direzione del sud dello Stato di Minais Gerais. Queste indiscrezioni spiegherebbero la celerità di intervento delle Forze Armate coinvolte nel caso. Quello di Varginha sarebbe, quindi, un caso di UFO-crash e quelle creature venivano dallo spazio ? Molti dicono di aver visto le creature ma nessuno ha parlato di oggetti caduti dal cielo. Ad ogni modo sicuramente si tratta di un caso interessante, e le indagini sono ancora in corso.   

Un altro Paese da dove sono giunte segnalazioni è l'Argentina. I ricercatori locali avrebbero localizzato un punto di impatto di una "palla di fuoco" precipitata il 25 gennaio 2000 nel nord dell'Argentina. La zona si trova sul confine tra le province di Chaco e Santiago (del Estero). Qui dei testimoni avrebbero udito "un suono simile a quello di un jet seguito da un rumore di una mitragliatrice". Il quotidiano argentino Diaro Norte  ha scoperto che l'area rurale in cui l'oggetto è caduto è di proprietà di un grosso possidente agricolo chiamato La Mensa. Il giornale ha ottenuto delle testimonianze di prima mano dagli abitanti della zona che sembrano credibili. Un testimone, Juan Carlos Leguizamon, afferma di aver visto delle persone che cercavano qualcosa sul posto e delle manovre militari nell'area intorno a Chacara. Nelle vicinanze vive anche una colonia mennonita (setta religiosa protestante), i cui membri confermano l'intervento della Polizia di Santiago del Estero che, insieme ad una squadra scientifica,  ha setacciato senza successo i canyon e la foresta tropicale della regione, conosciuta col nome di La Esperanza. L'area è molto difficile da esplorare anche per i baqueanos (guide per cacciatori) a causa della folta vegetazione che fa da barriera. Le autorità locali non hanno rilasciato dichiarazioni su questo fatto, ma si ha il sospetto che la causa di tutto sia stato un banale meteorite. Questa è soltanto l'ultima delle "voci", l'ultima di un secolo pieno di "cadute dal cielo"....