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Speciale

Romagnoli e gli indizi che portano al mausoleo di Porsenna

3 febbraio 2009, 11:48

di Ivan Meacci

SARTEANO. L'interesse per il monumento sepolcrale, mausoleo del grande re Lars Porsenna la cui umanità, equilibrio e spirito di giustizia esaltavano le doti di leggendario condottiero-sacerdote a tal punto da configurarlo come monarca delle dodici lucumonie, ha stimolato l'attenzione delle gente comune e degli storici dai tempi di Plinio il Vecchio (23-79 d.C).
Esistono interpretazioni grafiche del monumento sepolcrale, di noti architetti, che risalgono al Rinascimento. Il più importante realizzato hai giorni nostri, probabilmente, è quello dell’Architetto Bonomi (foto).
Tutti coloro che da sempre - architetti, archeologi, appassionati e malintenzionati, -   si sono interessati al “mitologico” Re,  fanno riferimento alle fonti  varroniane riportate da Plinio il Vecchio; fonti che danno una chiara descrizione del monumento. Soprattutto lo storico Varrone (116-27 a.C.) che scrive al presente e dà la sensazione di descrivere un complesso ancora esistente che ha visto o, più probabilmente, che gli hanno riferito direttamente.
Dalla precisa descrizione del Varrone si ottiene, anche, l’imponenza del monumento, che non poteva quindi trovarsi sottoterra, come in molti hanno sostenuto; e, nella nostra zona, gli esperti ci dicono che esistono pochissimi ipotetici basamenti o piani di quella grandezza capaci di sostenere il peso di tale monumento.
Abbiamo incontrato Stefano Romagnoli, controverso personaggio che si muove con disinvoltura negli ambienti dell'archeologia locale. Controverso perchè amato dai sarteanesi e tenuto a distanza dagli esperti locali del settore: dai professori che hanno sempre ignorato - con una ostinazione non trova spiegazioni - le sue indicazioni circa l'ubicazione della mitica tomba di Porsenna.
Lui, impegnato in lunghe e testarde battaglie per vedere riconosciuti i suoi studi, oggi ha forse trovato una tangibile e non più ignorabile prova delle sue indicazioni, delle sue teorie.
Il re Porsenna giace sepolto nel sottosuolo della città di Clusium: “Sepultus est, inquit, sub urbe Clusio…, sotto un monumento di pietre squadrate, largo 300 piedi e alto 50. Le fondamenta rettangolari e uniformi celano un intricato labirinto dal quale nessuno può trovare uscita senza un filo d’Arianna. Su queste fondamenta si alzano cinque piramidi, quattro agli angoli e una al centro. Sulla cima, ognuna reca un disco di bronzo da cui pendono campanelle appese a catene che lungamente risuonano a ogni alito di vento. Sopra il disco si ergono altre 4 piramidi ciascuna alta 100 piedi. Sopra la seconda serie di 4 piramidi vi è una piattaforma dalla quale si ergono altre 5 piramidi (5 piramidi della cui altezza il Varrone non precisa)”.  Ora, sulla base di questa citazione dal Varrone, le mura ritrovate non sono un po’ piccoline?

"No, questo non si può proprio dire a meno che vogliamo continuare a misurare i “piedi”, citati dallo storico romano, come se fossero la misura inventata dagli inglesi nei tempi moderni. Io, personalmente, dubito che i piedi degli etruschi erano lunghi come quelli degli inglesi di oggi!  Comunque, la mezzaluna che è stata ritrovata non è che la parte iniziale del mausoleo. La parte quadrata sta davanti".

Ma davanti sono stati fatti dei saggi e non è stato rinvenuto nulla?

"Hanno scavato un fosso di cm 80 per una ventina di metri in lunghezza. Qualsiasi esperto confermerà che un saggio così superficiale non è sufficiente ad escludere che più sotto possa esserci una costruzione molto grande".

E il labirinto dov’è?

"Il labirinto di Porsenna non è un labirinto reale. Il labirinto che cercano gli archeologi non esiste. Gli unici labirinti che sono mai stati trovati, da queste parti e non solo, sono quelli incisi sulle pietre che dominano gli ingressi delle tombe. Servivano, probabilmente, per rilevare a chi sapeva interpretarli, dove si trovava quello che stavano cercando. Una metafora incisa graficamente sulla pietra che può svelare un tesoro ma anche altro. Il labirinto di cui parlano i “nostri storici” è una di queste pietre, e non un labirinto come lo si immagina comunemente. E, comunque, su questa metafora del labirinto si possono consultare decine di testi ai massimi livelli accademici nazionali e non; basta cliccare labirinto su internet".

Come hai potuto fare una datazione così certa di quella mezzaluna?

"Che la data coincida perfettamente con il tempo di Porsenna è un dato ufficiale; è l’unico dato, insieme a quello del  ritrovamento, che è stato fornito ufficialmente ai media dal “gruppo Archeologico” che esegue gli scavi".

Cosa ti dà la certezza, se ce l’hai, che questa mezzaluna sia parte del mausoleo di Porsenna?

"L’ubicazione di queste fondamenta! Qui, scusate, ma dobbiamo riparlare del clamoroso errore in cui sono caduti sin dall’inizio gli studiosi. A giustificazione dei quali dobbiamo ricordare che, prima hanno dovuto tradurre dal greco antico (quello di Plinio e Varrone) e, poi, dal latino antico al moderno ed, infine, in italiano. Quest’ultimi, forse interpretando ancora dall’inglese…, hanno tradotto sub con sotto. Ma, come Mira Bonomi conferma, sub significa “davanti”. Ora, se noi ci mettiamo di spalle – perpendicolari - alla base retta della mezzaluna, fronteggiamo perfettamente la sua Città di Chiusi, sulla destra abbiamo il Cetona (la sua montagna sacra: il Grande Cono, come lo chiamava lui) e davanti la nemica Roma. Esattamente come dice il Varrone: “Sepultus est, inquit, sub urbe Clusio… E’ sepolto, qui, “davanti” alla Città di Chiusi …fra l’urbe di Chiusi e la Solaia, in un posto dove si guarda a Chiusi e si domina Roma.”

C’è qualcos’altro d’importante che hanno ritrovato?

"In un dromus è stato ritrovato, e lasciato lì come ornamento davanti alla Tomba della “Quadriga Infernale” un grande capitello. Un capitello rotondo a base quadrata di proporzioni inusuali nel nostro territorio e che, molto probabilmente, è il capitello di una grande colonna che finiva a punta… Il Varrone parla di 5 colonne a punta".

Sei a conoscenza di altri indizi?

"Io sono l’ultimo a cui lo farebbero sapere ma, in paese, si dice che, ancora in uno dei dromus, siano stati ritrovati dei campanellini in bronzo o altro metallo. Se questa notizia fosse confermata sarebbe un’ulteriore importantissimo indizio, perché, secondo i testi, le colonne del mausoleo erano sormontate da centinaia di campanellini".

Quella che tu avevi, in un primo momento, indicato come la tomba di Porsenna, però, si è rilevato essere di qualcun altro..

"Io non ho potuto fare studi o rilievi sul posto, mi sono basato esclusivamente sulla teoria ma, se mettiamo a confronto la cartina della necropoli del Pianoro (quella disegnata da me, nel 1996, basandomi sulle mie conoscenze ed intuizioni teoriche), con quella delle tre tombe scoperte dopo nello stesso posto (compresa la Quadriga Infernale), possiamo osservare che l’unico errore che ho commesso - di un paio di metri - è quello della “Quadriga”; mentre, le altre le ho indicate quasi perfettamente al centimetro e, addirittura, nella loro conformazione; così come tutte le altre che hanno rinvenuto nel pianoro dal 2003. Ma, grazie a tutte le scoperte che hanno fatto sulle mia indicazioni, oggi sono in grado di essere ancora più preciso.  La tomba del Re, da non confondersi con il mausoleo, si trova esattamente 18 metri sotto il suolo, nel centro del Pianoro delle Pianacce, pochi metri a nord dalla Quadriga Infernale, a 10 metri dalle fondamenta appena ritrovate!